Roma, 7 nov. (Adnkronos) - "Come scrive oggi qualcuno, per molti anni la banca dati della Procura Antimafia è stata un jukebox. Duecentomila atti sono stati ‘rubati’ da ogni genere di sistema. Il principale accusato è l'esponente della guardia di finanza, Pasquale Striano, che ha lavorato alla Direzione Nazionale Antimafia e che ha avuto accesso a troppe banche dati. Ma Striano non ha agito da solo. Vogliamo capire se il ruolo dei capi della Procura Nazionale Antimafia nel corso della storia sia stato solo di omessa vigilanza o se c’è stata complicità. È questa la domanda che torneremo a fare in commissione Antimafia. Lì indagheremo oggi con più documenti e rinnovato vigore. Niente sconti a nessuno". Così il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri, membro della Commissione Antimafia.
"Anche se in ritardo - prosegue - arrivano al pettine i nodi dello scandalo della Procura antimafia e la Procura di Roma cammina verso il processo nei confronti di Striano e altri. Accuse che riguardano anche magistrati ed i giornalisti del ‘Domani’, giornale fondato e finanziato dall'imprenditore Carlo De Benedetti. Ci occuperemo anche dei presunti giornalisti di inchiesta. Che hanno colpe evidenti e condotte incommentabili. Ora che la magistratura deposita gli atti la politica riprende la parola, nulla sarà tralasciato. In questi mesi abbiamo letto decine di atti, alcuni non ancora noti ai più, che svelano un sistema".
"Sono sicuro che la commissione antimafia farà una relazione senza esclusione di atti e responsabilità. Un apparato fondato per combattere la mafia, ma poi gestito in permanenza da esponenti che sono finiti nelle file parlamentari delle sinistre, da Roberti fino a De Raho, il cui periodo di ‘comando’ è stato caratterizzato più volte da episodi inquietanti", conclude.















