Milano, 10 set. (Adnkronos) - Scongiurare che sui frammenti di unghie di Chiara Poggi possa esserci stata una contaminazione, consentire alla perita e genetista Denise Albani di arrivare alla stessa conclusione della Procura di Pavia di una contaminazione (con un cadavere) sulla garza utilizzata per prelevare il Dna dalla bocca della ventiseienne uccisa a Garlasco e fornire ulteriore tempo per poter avere i dati grezzi raccolti dal professore Francesco De Stefano sui Dna maschili trovati sulle unghie della vittima e dare una risposta definitiva sulla possibilità di confronto con eventuali sospettati. Sono alcuni degli elementi che hanno portato la giudice delle indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli a fissare un'udienza il prossimo 26 settembre per discutere di una proroga dell'incidente probatorio che vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello della giovane uccisa il 13 agosto 2007.
In particolare nella convocazione si dà atto, in modo sintetico, delle nuove memorie presentate dalle parti, della richiesta di proroga avanzata dai periti e della necessità di discutere queste nuove istanze con i difensori dell'indagato, del condannato Alberto Stasi e dei legali della famiglia Poggi. Due i temi che restano centrali dopo che l'analisi delle impronte e della spazzatura hanno escluso, a oggi, la presenza di Sempio nella villetta di via Pascoli. La gip Garlaschelli potrebbe decidere di ampliare ulteriormente gli approfondimenti chiedendo che sia una parte terza (Denise Albani, ndr) a identificare il morto a cui è riconducibile la contaminazione sulla garza che mette d'accordo tutti, così come potrebbe chiedere anche ulteriori accertamenti per escludere che le unghie tagliate alla vittima durante l'autopsia, dallo stesso medico legale, possano essere state oggetto di ulteriore contaminazione. Il materiale trovato sui margini delle unghie per la procura e la difesa di Stasi è riconducibile a Sempio, cosa già esclusa invece nel processo d'appello bis all'allora fidanzato ritenendo i risultati della presenza di tracce maschili incostanti e frutto di una degradazione.
Tra le questioni che potrebbero essere discusse nell'udienza di venerdì 26 settembre c'è anche l'ormai famosa 'impronta 33' (esclusa dall'incidente probatorio) trovata sulla parete delle scale dove è stato trovato il corpo senza vita di Chiara Poggi. Non è attribuibile a Sempio per la difesa dell'indagato e per l'esperto incaricato dalla famiglia Poggi, per la Procura appartiene al nuovo sospettato, mentre per i legali di Stasi le fotografie consentono di dire che è l'impronta di Sempio mista a sangue e sudore, sebbene il test per rilevare il sangue abbia sempre dato esito negativo e gli stessi pm hanno escluso la possibilità di parlare di tracce ematiche avendo a disposizione solo le immagini (l'intonaco è stato esaurito per escludere la presenza di sangue).