BARLETTA - Il comitato di quartiere zona 167 dice di «no» alla possibile costruzione di un edificio di 8 piani nell’area compresa tra via Palmitessa e via Leonardo Da Vinci, l’amministrazione chiarisce di non aver concesso nessun permesso a costruire. Quattro anni dopo l’ultima volta, quell’area alle porte della zona 167 torna sotto i riflettori.
Lì, nel 2021, sembrava potesse sorgere un centro di raccolta rifiuti ed in quella occasione, il nascente comitato di quartiere zona 167 si oppose con una grande mobilitazione. Oggi, la storia sembra ripetersi. «Ancora una volta - hanno affermato i referenti del comitato Giuseppe Di Bari e Raffaele Patella - la zona 167 si trova al centro di un’operazione speculativa che calpesta la volontà dei cittadini. Dopo la battaglia condotta con determinazione dai residenti, che si sono opposti all’insensata costruzione di un centro di raccolta rifiuti raccogliendo oltre 6500 firme, ecco che arriva un nuovo schiaffo alla comunità: al posto della tanto desiderata area verde attrezzata, spunta un progetto per edifici di otto piani».
Per il comitato si tratterebbe di «uno scempio che si aggiunge al cemento già riversato senza criterio nella 167, un quartiere nato già soffocato da palazzi e carente di spazi pubblici degni di questo nome. Dopo anni di promesse e illusioni, dopo infiniti proclami sulla necessità di migliorare la vivibilità della zona, si sceglie ancora la strada più facile e redditizia per pochi: nuovi palazzi, nuovo cemento, nuovo profitto».
Alla luce di questo, Di Bari e Patella hanno comunicato che «i residenti hanno deciso di tutelare i propri diritti demandando alle vie legali la valutazione di ogni atto connesso a questo progetto speculativo» puntualizzando come non ci sia un’avversione verso «la libertà di intraprendere e generare utili, ma si ritiene che vi sia una via etica per realizzare profitti ed una via diversa che calpesta i diritti della collettività. Non si può continuare a sacrificare il benessere dei cittadini per il mero guadagno di pochi».
Il comitato si è poi rivolto all’amministrazione e a tutto il mondo politico chiedendo come si possa «permettere l’ennesima colata di cemento in un’area che aveva bisogno di respiro, non di nuove ombre» e manifestando la propria volontà di «non stare a guardare e sostenere con ogni sforzo l’iniziativa dei residenti per una battaglia di civiltà cui invitiamo tutta la cittadinanza ad unirsi».
Alle sollecitazioni del comitato ha risposto il sindaco Cosimo Cannito, il quale ha puntualizzato come non sia stata rilasciata «alcuna autorizzazione a costruire, come si può evincere dall’albo pretorio». «Noi - ha chiosato Cannito - abbiamo solo dato il via libera a pulire l’area sulla quale c’è anche in corso un contenzioso del quale dobbiamo attendere gli esiti».