BARLETTA - Torna innanzi a Tar di Bari la vicenda delle salme «abusive» in una cappella privata del cimitero monumentale di Barletta.
Si tratta della vicenda che ha come protagonista un cittadino, il quale lo scorso anno ha casualmente scoperto che nella sua cappella erano state tumulate le salme di due perfetti estranei, un uomo e una donna che non aveva mai conosciuto.
A quel punto è iniziato un braccio di ferro con l’amministrazione comunale, che fino a questo momento non ha inteso procedere all’estumulazione delle salme in questione.
Questi i fatti.
Tutto inizia nel 1956, quando il comune di Barletta concede ad un cittadino il terreno necessario per costruire una cappella all’interno del cimitero monumentale. Nell’atto di concessione si precisava che «è fatto assoluto divieto di tumulare persone estranee al nucleo familiare».
Dopo la scoperta delle due salme, il proprietario della cappella presenza istanza di accesso agli atti, e scopre che il comune ha consentito la tumulazione delle salme sulla scorta due autorizzazioni, recanti la firma dello stesso. Ma il cittadino afferma di non aver mai prestato alcun consenso, con la diretta conseguenza che le firme apposte in calce all’autorizzazione sarebbero state falsificate.
A quel punto il proprietario della cappella presenta due istanze, datate rispettivamente 4 e 26 agosto 2022, per chiedere di rimuovere le due salme e traslare i resti in un’altra parte del cimitero comunale. Ma l’amministrazione non ha mai dato seguito alla richiesta, costringendo l’uomo a presentare un ricorso al Tar, tramite l’avvocato Marco Palieri.
L’amministrazione, a quel punto, pur prendendo atto che le salme siano di persone estranee alla famiglia, sostiene di non avere le prove che le firme con le quali si autorizzava la tumulazione fossero davvero false.
Ed ecco che nei giorni scorsi è stato presentato un nuovo ricorso innanzi ai giudici amministrativi.