TRANI - «Rispetto la posizione della Procura di Trani ma non sono mai stato il datore di lavoro di Paola Clemente» e la sentenza di assoluzione del Tribunale «attribuisce ad altri» le cause del decesso. Lo dichiara Luigi Terrone tramite il proprio legale Bepi Maralfa.
Terrone, amministratore della 'Ortofrutta Meridionale', commenta il ricorso presentato nei giorni scorsi dalla procura di Trani contro la sua assoluzione dalle accuse di omicidio colposo, aggravato dalla violazione della normativa a tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, in relazione alla morte di Paola Clemente, la bracciante agricola di 49 anni morta il 13 luglio 2015 mentre era a lavoro nelle campagne di Andria (Bat). Terrone è stato assolto in primo grado lo scorso aprile. Per lui la procura aveva chiesto una condanna a 4 anni di reclusione.
Terrone è titolare dell’azienda proprietaria dei vigneti in cui la vittima svolgeva l’attività di addetta alla acinellatura dopo aver firmato un contratto con un’agenzia interinale di Bari. Il giudice monocratico del tribunale di Trani, Sara Pedone, ha assolto l’imprenditore perché «il fatto non sussiste" e disposto la restituzione dei beni sequestrati.
«Non sono stato datore di lavoro della signora Clemente in quanto, in occasione dell’attività di acinellatura del luglio 2015, mi sono rivolto a una agenzia interinale per il reclutamento del personale», ricostruisce l’imprenditore ricordando che «le indagini dimostrarono le responsabilità dell’agenzia, tanto alcuni degli indagati furono arrestati e sono ora a processo».
Inoltre, nelle 115 pagine della sentenza emessa dal giudice Sara Pedone «sono stati eliminati tutti i dubbi, possibili e immaginabili, in merito alle cause del decesso della signora Paola, che sono state attribuite invece a ben diverse ragioni e non, come si vorrebbe far ritenere, a mie violazioni di legge», prosegue Terrone ricordando di «non essere mai sfuggito alla giustizia» sottoponendosi «a lungo e approfondito interrogatorio anche dinanzi alla commissione parlamentare per spiegare l'accaduto». «La mia famiglia è sempre stata ed è ancora oggi, nonostante tutto, solidale e vicina al dolore dei congiunti di Paola», conclude.