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Trani, droga e telefonini sequestrati all'interno del carcere

 
Aldo Losito

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Aldo Losito

Trani, droga e telefonini sequestrati all'interno del carcere

Gli agenti di Polizia penitenziaria hanno rinvenuto nel settore colloqui il materiale proibito nascosto nelle parti intime dei familiari dei detenuti

Lunedì 01 Maggio 2023, 12:27

TRANI - Continua senza sosta la lotta impari, tra il reparto della Polizia penitenziaria di Trani e la delinquenza interna e esterna al carcere che, cerca in tutti i modi di introdurre all’interno del penitenziario droga, telefonini ed altro materiale proibito. Così nell’ultima settimana, i poliziotti del settore colloqui hanno rinvenuto cellulari e droga celati nelle parti intime dei familiari dei detenuti, mentre altri telefonini erano nascosti negli sgabelli in legno, e poi ancora  sequestri di smartphone, microtelefoni hashish e marijuana nel perimetro del muro di cinta, lanciati dall’esterno contando sempre sulla carenza di personale.

«Per i lavoratori della Polizia penitenziaria di Trani e della regione non esiste 1° maggio, 25 aprile od altro, poiché non ci si può permettere la minima distrazione, in quanto i detenuti avendo capito le gravi difficoltà operative in cui si trova il carcere  a  causa della grave carenza organica, cercano d sfruttare questa situazione a loro vantaggio - dice il segretario nazionale del Sappe, Federico Pilagatti -. Proprio per sopperire a ciò, l’intero reparto a partire dal  suo comandante (al quale hanno bruciato l’auto davanti casa) non lesina impegno, professionalità e sudore per contrastare e arginare questa situazione determinata da un'amministrazione penitenziaria regionale e romana irresponsabile».                      

Infatti da tempo il Sappe, sindacato autonomo Polizia penitenziaria, oltre che denunciare la grave carenza organica ed il non più accettabile sovraffollamento di detenuti, lamenta la mancata disponibilità di strumenti idonei a bloccare  l'uso dei cellulari con onde radio di disturbo sulla stessa frequenza che usano i telefonini. «Vorremmo capire il perché lo Stato non si vuole riappropriare  della gestione delle carceri lasciandole in mano ai delinquenti che fanno quello che vogliono - aggiunge Pilagatti - approfittando della delegittimazione della Polizia penitenziaria che è stata prima ridotta negli organici e poi umiliata. Ci aspettavano dal presidente del consiglio Meloni, dopo il suo discorso di insediamento, un cambiamento che purtroppo non c’è stato».

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