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Barletta, violenze sulla convivente: 50enne rischia il processo

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Barletta, violenze sulla convivente: 50enne rischia il processo

L’uomo dovrà difendersi dalle accuse di violenza sessuale e maltrattamenti

Domenica 26 Febbraio 2023, 13:14

15:10

BARLETTA - Sette anni di violenze fisiche e psicologiche sulla convivente affetta da una grave forma di depressione. Abusi sessuali, minacce e insulti erano diventate una triste e dolorisissima quotidianità. Episodi che oggi sono finiti a vaglio di un giudice. Il presunto responsabile, un uomo di 50 anni, si troverà a marzo prossimo davanti al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Trani, in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura. Il titolare delle indagini, il pubblico ministero Lucio Vaira, ipotizza nei suoi confronti il reato di violenza sessuale, aggravata dalla circostanza di aver commesso il fatto nei confronti di persona legata da relazione affettiva, e maltrattamenti in famiglia.

Secondo quanto riportato nel capo di imputazione, i presunti abusi sarebbero stati commessi dal 2013 fino al 2020, anno in cui la donna è stata accolta in un centro antiviolenza del nord Italia. L’uomo avrebbe - in questa fase il condizionale è d’obbligo - più volte abusato della compagna, costringendola ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà, afferrandola per le braccia per farla stare ferma e per impedirle di sottrarsi alla sua stretta. La lettura degli atti processuali tratteggia una situazione di estrema sofferenza per la presunta vittima, che sarebbe stata costretta a vivere quotidianamente in un clima di sopraffazione e umiliazioni.

Infatti alle violenze fisiche si sarebbero accompagnate quelle psicologiche. L’indagato non avrebbe esitato ad insultare la convivente, chiamandola puttana, per poi minacciarla di morte rivolgendole frasi del tipo: «ti taglierò la gola», oppure «ti spezzerò le gambe», così denigrandola come donna e come compagna. Tutto questo è terminato quando la donna ha trovato il coraggio di rivelare quanto avrebbe fatto il compagno. L’inchiesta è stata avviata in seguito alla denuncia presentata dall’amministratrice di sostegno della presunta vittima, che come detto era affetta da una grave forma di depressione certificata dai medici. Nel corso delle indagini la donna è stata sentita con le garanzie dell’incidente probatorio. Toccherà alla magistratura, adesso, accertare cosa sia realmente accaduto.

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