Lunedì 08 Settembre 2025 | 08:10

Andria, ragazza picchiata: cala il silenzio

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Andria, ragazza picchiata: cala il silenzio

Davanti al gip le due gemelle di Toritto si sono avvalse della facoltà di non rispondere come la 33enne barese. Si difende il 26enne di Maglie: «Ero solo l’autista, non so nient’altro»

Venerdì 09 Dicembre 2022, 13:02

ANDRIA - Sono rimaste il silenzio davanti al gip di Trani Anna Lidia Corvino le tre donne arrestate lunedì scorso dai carabinieri del Nucleo Investigativo con l’accusa di aver picchiato e rapinato una ragazza di 17 anni. Si sono quindi avvalse della facoltà di non rispondere le gemelle Francesca e Federica Devito, 23 anni, di Toritto ( difese dall’avvocato Tiziano Tedeschi) e Marilena Lopez, 33 anni, di Bari: per quest’ultima l’avvocato Maria Pia Vigilante ha presentato istanza di scarcerazione affinchè venisse disposta una misura meno afflittiva.

Ha invece risposto alle domande del gip Andrea Passaro, il 26enne di Maglie (Lecce), che secondo l’accusa avrebbe fatto da autista alle due gemelle. Il giovane si è difeso, alla presenza degli avvocati Luigi e Arcangelo Corvaglia, confermando di aver fatto solo l’autista e negando il coinvolgimento in altre vicende. Le accuse contestate a tutti dal pm Marcello Catalano sono quelle di lesioni personali, sequestro di persona, rapina, tentata estorsione e porto abusivo d’arma.

A fare da sfondo all’aggressione, secondo la denuncia della presunta vittima, una storia di prostituzione. La giovanissima ha ammesso di aver lavorato come escort dopo aver conosciuto le due gemelle. Secondo le sue dichiarazioni, l’aggressione sarebbe scaturita dal suo rifiuto a continuare a prostituirsi. La ragazza in proposito ha riferito che quella sera si trovava a casa di alcuni amici. « Hanno fatto ingresso Federica e Francesca Devito, tale Marilù, il loro autista Andrea Passero e altri due ragazzi di cui non conosco il nome - si legge nella denuncia - Tutti insieme mi hanno accerchiato e a turno mi hanno massacrato. Dopo che tale Marilù armata di un coltello a farfalla mi ha colpito all’occhio destro, tutti gli altri mi hanno preso a calci e pugni in ogni parte del corpo e mi hanno afferrato alla gola trascinandomi nella loro auto Peugeot, colore grigio (...) all’interno Francesca o Marilù mi hanno puntato una pistola alla pancia, minacciandomi che mi avrebbero portato in campagna per uccidermi se io avessi parlato con qualcuno e se non avessi continuato a lavorare per loro. Poi Federica metteva le mani attorno al mio collo, Francesca mi ha sottratto dalle mani il cellulare».

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