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Rino Daloiso
02 Dicembre 2020
foto Calvaresi
Sono arrivati a quota 6 (su 40 posti letto a disposizione) ieri sera i ricoverati nell’ospedale da campo realizzato sul piazzale dell’ospedale «Mons. Dimiccoli» dalla Brigata «San Marco» per fronteggiare l’emergenza Coronavirus nella provincia di Barletta, Andria, Trani. Ma non si tratta di «posti di terapia intensiva». C’è chi parla di «elongazione» del reparto di Medicina, chi di «funzione ancillare» rispetto alla quasi totale riconversione dei reparti del nosocomio barlettano. Eppure, l’italiano - fino a prova contraria - non è un’opinione. Martedì 17 novembre l’Asl di Barletta, Andria, Trani, annunciava così l’iniziativa: «Sono in corso a Barletta negli spazi antistanti il Pronto Soccorso dell’Ospedale Dimiccoli le operazioni di allestimento di una postazione medica avanzata della Marina Militare Reggimento San Marco. Le attività sono cominciate nelle prime ore della mattina e andranno avanti per pochi giorni: l'operazione porterà all'allestimento di 40 posti letto comprensivi di tutti i servizi di assistenza intensivi e di area medica». Ancora: «La postazione medica avanzata in allestimento è il risultato della collaborazione tra la Marina Militare, la Regione Puglia, la Protezione Civile, il Ministero per gli Affari Regionali e la Asl Bt. La struttura garantirà la presa in carico e la gestione sicura di pazienti positivi al Covid e che necessitano di un setting assistenziale immediato: servirà per decongestionare il Pronto Soccorso». Lo stesso ministro Francesco Boccia, due giorni prima aveva detto: «La Marina militare, cui va sempre il nostro grazie così come alla Croce Rossa italiana, attiverà nelle prossime ore 40 posti letto a Barletta, comprensivi di tutti i servizi, terapia intensiva e tamponi compresi, che allenteranno la pressione sulle reti sanitarie pugliesi».
Più che «la presa in carico e la gestione sicura di pazienti positivi al Covid e che necessitano di un setting assistenziale immediato», i pazienti che cominciano ad affluire alla Postazione militare medica avanzata sono quelli in via di dismissione da parte dell’ospedale: ma per tale scopo forse sarebbe stato sufficiente occupare gli spazi del «Mons. Dimiccoli» riconvertiti alle cure Covid e che risultano attualmente privi di pazienti, come, ad esempio, i reparti di Ginecologia e Ostetricia, Neurologia e Chirurgia.
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