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Barletta, «non condannateci ai tripli turni»: la lettera a Mattarella

 
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Barletta, «Non condannateci ai tripli turni»

«Fate presto a ridarci le nostre aule. Oltre alle varie contingenze Covid-19, il 24 giugno è intervenuta una nuova drammatica urgenza»

Mercoledì 15 Luglio 2020, 15:28

Barletta - «Fate presto a ridarci le nostre aule». È l’appello lanciato alle autorità (dal presidente Mattrella in giù) dai docenti dell’Istituto «Nicola Garrone», che aveva 22 aule all’interno del Polivalente dichiarato inagibile al punto da doverlo abbattere, secondo il risultato di una indagine tecnica presentata lo scorso 24 giugno dalla Provincia di Barletta, Andria, Trani.

«Oltre alle varie contingenze Covid-19 e ai necessari distanziamenti anche scolastici - sottolineano i docenti - lo scorso 24 giugno è intervenuta una nuova drammatica urgenza che non può e non deve lasciare indifferente la comunità di Barletta: nel corso di un incontro in Palazzo di Governo, alla presenza del Prefetto della provincia BAT dott. Maurizio Valiante, del Presidente della provincia BAT Bernardo Lodispoto, del sindaco della città di Barletta Cosimo Cannito, della Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Giuseppina Lotito, dei tecnici della provincia e del rappresentante dei Vigili del Fuoco, si è appresa la notizia di problemi statico-strutturali a carico dei tre plessi del polivalente di Barletta costruiti appena negli anni ‘90».

E poi: «In due dei tre plessi, destinati alla comunità scolastica dell’Istituto Cassandro-Fermi-Nervi, ormai da diversi anni sono anche allocate ben 22 classi dell’Istituto Nicola Garrone di Barletta. Complessivamente, circa 2.000 studenti. Alla notizia sconcertante ha fatto immediato e doveroso seguito l’ordinanza di chiusura a tempo indeterminato dei tre plessi, con la prospettiva, inevitabile, di un’interdizione dell’utilizzo dello stesso anche per il prossimo e ormai imminente anno scolastico. Ci saremmo attesi, una volta ricevuta la notizia, la rapida individuazione di soluzioni, forse anche provvisorie, da parte dell’Ente Provincia, cui è attribuita la competenza rispetto all’edilizia degli Istituti scolastici di Istruzione secondaria superiore. E invece, scongiurato il rischio di crolli e di attuali responsabilità, l’unica prospettiva formulata è stata: doppi turni per le comunita’ scolastiche coinvolte!».

Ancora: « In realtà, sarebbe più corretto parlare di tripli turni. Infatti, le recenti disposizioni di sicurezza conseguenti all’emergenza covid-19, a causa della inidoneità degli ambienti scolastici a garantire il distanziamento richiesto in classi che contano anche 25-30 studenti, già avevano fatto presagire una possibile turnazione. Quindi, in mancanza di ambienti e di aule, la prospettiva non è più soltanto dei doppi turni, ma addirittura dei tripli turni se non, molto verosimilmente, quadrupli in orario pomeridiano e serale sino alle ore 22».

«Provate a immaginare - proseguono i professori - cosa possa rappresentare per una famiglia gestire un menage in cui i figli debbano andare a scuola di pomeriggio, alternandosi ai compagni. Provate a immedesimarvi nei genitori di studenti e studentesse con disabilità, anche gravi, chiamati a misurarsi con servizi di trasporto, educatori, scuola pomeridiana, terapie…

Una scuola che turna è una scuola che non riesce a fornire nemmeno i livelli minimi essenziali di prestazione, è una scuola in affanno, povera, che arranca, finge di offrire opportunità, ma di fatto rischia di restare formalmente adempitiva rispetto all’obbligo costituzionale di istruzione. E’ davvero questa la scuola che vogliamo? Anni di sacrifici buttati al vento? E’ possibile che ancora oggi, quando si assiste alla costruzione in pochi giorni di ospedali dotati di modernissime attrezzature, ci si senta dire che non è possibile trovare e realizzare spazi per consentire di fare scuola accettabilmente?».

Altre domande: «Perché la scuola di Barletta è condannata sempre a mendicare ambienti? Qualche pubblico amministratore, questa domanda se l’è posta? Saremmo sinceramente interessati a conoscere la risposta che si è dato. Perché gli studenti e le studentesse di Barletta, una città nota in tutto il territorio nazionale e internazionale per la sua cultura e la sua storia, devono sentirsi cittadini e cittadine di serie B? Perché i lavoratori e le lavoratrici della Scuola, tenuti dell’apertura di spazi mentali per i propri studenti secondo il dettato ministeriale, devono poi essere costretti a lavorare in spazi fisici assolutamente inadeguati anche prima dell’emergenza?

Come potranno gli studenti e le studentesse del Cassandro Fermi Nervi e quelli del Garrone, futuri protagonisti della vita politica e sociale, apprendere la doverosa cura che la politica e gli amministratori locali devono offrire ai propri cives, se essi stessi non ne sono oggi primi destinatari nel rispetto del diritto costituzionale all’istruzione?».
Conclusione: «Siamo docenti ed educatori, il nostro compito è anche quello di contribuire, in misura determinante, a far crescere la personalità di tutti i nostri studenti, a radicare i loro valori, a definire e consolidare le loro speranze, a metterne alla prova intelligenza, socialità, creatività, a rendere ciascuno di essi un cittadino. Non lasciateci soli in questo. Con le parole del Presidente Mattarella ci piace concludere ricordando che “quando si danneggia una scuola viene ferita, in realtà, l'intera comunità nazionale”. Allo stesso modo, quando una scuola risorge o quando un'aula viene restituita è l'intera società che ne trae beneficio».

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