Trani, attentato al sindaco, la visita di Piemontese: «Non c'è spazio per la violenza»
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Nico Aurora
06 Luglio 2020
Trani - «Il primo obiettivo sarà conoscere meglio la realtà tranese. Ho avuto modo di visitare gli istituti detentivi e ho già fissato appuntamenti per incontrare le associazioni presenti sul territorio». Così Elisabetta De Robertis, garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Trani, eletta lo scorso 27 maggio dal consiglio comunale, grazie ai maggiori suffragi rispetto all’altro candidato, Alessandro Pascazio.
La presentazione della professionista è avvenuta, nei giorni scorsi, nel chiostro dell’ex convento domenicano che ancora oggi ospita il carcere femminile. C’erano il garante regionale, Pietro Rossi, l’assessore al patrimonio, Cherubina Palmieri, ed il direttore degli Istituti penali di Trani, Giuseppe Altomare. È intervenuta anche la senatrice Bruna Angela Piarulli, direttore degli istituti penali in aspettativa proprio a seguito della sua elezione parlamentare.
«Le urgenze riguardano sia il trasferimento dell’istituto femminile - ha spiegato De Robertis -, sia la sezione blu del carcere maschile. A tale riguardo mi sembra che il nuovo plesso sia pronto ed è necessario aprirlo al più pesto per chiudere una sezione non congeniale ad una detenzione giusta. Sarà importante - ha continuato - promuovere la genitorialità con spazi nuovi e l’attenzione massima ai diritti dei minori, per non aggiungere traumi su traumi».
Il Regolamento comunale del garante per i diritti delle persone private della libertà personale, approvato dal consiglio comunale il 26 aprile 2017, dispone per il garante i seguenti compiti: promozione e impulso, anche attraverso funzioni di osservazione e vigilanza indiretta, per l’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile e di fruizione dei servizi comunali delle persone comunque private della libertà personale, per quanto nelle competenze e attribuzioni del Comune stesso, tenendo altresì conto della loro condizione di restrizione; promozione di iniziative e momenti di sensibilizzazione pubblica sul tema dei diritti umani delle persone private della libertà personale e dell’umanizzazione della pena detentiva; promozione di iniziative congiunte con altri soggetti pubblici competenti nel settore; promuovere protocolli d’intesa con gli organi competenti.
La carica dura cinque anni, con possibilità di rinnovo per un ulteriore mandato. È a titolo gratuito e senza riconoscimento di indennità, compensi o rimborsi spesa. «Non c’è sovrapposizione con il garante comunale – ha spiegato a sua volta il garante regionale Rossi -.Non c’è un’impostazione gerarchica, ma un’azione sinergica. Le politiche di welfare sono declinate a livello territoriale, mentre la programmazione compete a livello regionale. Quindi, ciascuno farà il proprio ed il garante territoriale aumenta sicuramente l’indice di collegamento con i detenuti».
E Palmieri ha ricordato che «siamo la seconda città in Puglia, dopo Lecce, ad avere un garante dei diritti dei detenuti. Questo è un passo importante perché rappresenta la storia della città caratterizzata dalla presenza di due istituti molto spesso ignorati. Oggi siamo contenti di avere portato a termine un percorso iniziato nel 2017: inizia un nuovo viaggio durante il quale sarà fondamentale la collaborazione con le pubbliche amministrazioni».
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