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La storia
Giampaolo Balsamo
27 Agosto 2019
Una leggenda popolare giapponese narra che ogni uomo e ogni donna viene al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo unisce indissolubilmente due anime gemelle, due amanti, due persone destinate a vivere insieme, non importa la distanza, non importa l’età, la classe sociale o altro. È un filo che lega due anime per sempre.
La storia (vera) che vi raccontiamo, invece, ha per protagonista Diego Galdino, scrittore e autore di bestseller, definito dalla critica letteraria il Nicholas Sparks italiano. Ebbene, il barista romano con l’hobby per la scrittura, capitolo dopo capitolo, oltre che aver conquistato il cuore di numerosi lettori e scalato le classifiche di gradimento convincendo «Sperling & Kupfer» a puntare su di lui, è diventato ormai il simbolo di una storia d’amore d’altri tempi sbocciata tra due giovani pugliesi, Giacomo e Monica di Molfetta.
Infatti, lo scorso anno, proprio in occasione della presentazione di un romanzo di Galdino («L’ultimo caffè della sera»), avvenuta a Bisceglie durante la rinomata rassegna letteraria di «Libri nel Borgo antico», Giacomo e Monica promisero davanti ad un libro di convolare quanto prima a giuste nozze. Una promessa di matrimonio fatta in una piazza pubblica, tra la gente, ai piedi della Cattedrale di Bisceglie. Nel nome di quel romanzo e del suo autore.
Insomma, «Galeotto fu il libro e chi lo scrisse». È proprio vero. A distanza di un anno, nella stessa pittoresca cornice libraria biscegliese, davanti allo stesso scrittore (Galdino è ritornato a «Libri nel Borgo antico» per presentare il suo nuovo lavoro letterario «Bosco Bianco», questa volta auto-prodotto) i due giovani molfettesi erano lì, mano nella mano, ad ascoltare il loro beniamino, il «Cupido» che ha suggellato con la sua penna il loro idillio.
«Monica, la fidanzatina della proposta di matrimonio dell’anno prima - ci racconta emozionato lo scrittore Diego Galdino - si è avvicinata porgendomi una busta da lettera, dentro c’era una partecipazione, un invito ufficiale per me. Monica e Giacomo si sposeranno il prossimo 14 Settembre nella Cattedrale di Molfetta. Così in un attimo mi sono reso conto che la presentazione di quest’anno altro non era stata che il lieto fine della favola dell’anno prima».
Una bella storia troppo bella da essere sottaciuta. Quasi una fiaba d’altri tempi, di quelle che si leggono piano piano, come una ninna nanna. E qual è la morale di questa favola antica incastonata come un gioiello nell’era digitale e delle nuove tecnologie della comunicazione? La risposta la troviamo proprio nelle righe di «Bosco Bianco» di Galdino: «L’amore non è un interruttore, un rubinetto, un armadio con le ante scorrevoli. L’amore non si piega, l’amore non si spezza. L’amore non si prende nella stagione dei saldi, non si riporta indietro se è scucito, non si prende in un negozio dell’usato, non si chiude come un conto in banca, non si prende in affitto, non trasloca. L’amore non si stanca, né fatica, non tenta la fortuna, non scommette. L’amore il destino se lo crea. L’amore sono due, che si fondono insieme e restano così per sempre».
«Io ci sarò al matrimonio di Giacomo e Monica», annuncia sprizzante di gioia lo scrittore romano. «Con l’augurio che i due innamorati possano vivere felici e contenti per sempre». Degna conclusione di una bella fiaba. La favola del 2019.
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