BARLETTA - Un protocollo d’intesa per la istituzione, nel castello svevo di Barletta, di uno sportello di prevenzione del fenomeno dell’usura e del sovraindebitamento delle famiglie, è stato siglato oggi in prefettura, a Barletta, in occasione della presenza del commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiusura e antiracket, Domenico Cuttaia.
Oltre al prefetto Cuttaia, hanno siglato l’intesa il prefetto di Barletta, Maria Antonietta Cerniglia, e, per il comune di Barletta, il commissario prefettizio Gaetano Tufariello.
Cuttaia ha spiegato come accedere al fondo di solidarietà per le vittime di usura, illustrando quanto prevede il vademecum delle procedure di accesso a tale strumento e chiarendo che è indispensabile denunciare.
«Subito dopo la denuncia - ha spiegato Cuttaia - la vittima può rivolgersi allo Stato e, quindi, accedere al fondo di solidarietà, per ottenere una soddisfazione economica, perché questi reati di solito si traducono in danni che rendono difficoltosa l’attività imprenditoriale».
Il comitato di solidarietà, presieduto dal commissario antiracket e antiusura, partendo da quella denuncia - è stato spiegato - compie delle valutazioni, acquisisce informazioni attraverso la prefettura e quantifica i danni.
«Se si tratta di vittime di estorsione - aggiunge Cuttaia - si provvede a dare una elargizione, cioè un contributo senza obbligo di restituzione, se si tratta di vittima dell’usura si concede un mutuo a tasso zero e senza oneri».
All’evento, fra gli altri, ha partecipato un imprenditore del centro agricolo ofantino di Trinitapoli, Francesco D’Elia, titolare con suo fratello di un’azienda di ortofrutta, destinataria di una elargizione di 136.000 euro. Nel dicembre 2015, infatti, la ditta di Trinitapoli richiese l’accesso al Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura e dell’estorsione, a seguito della denuncia presentata per il danneggiamento di un appezzamento di terreno coltivato a carciofi, che ne pregiudicò l’intero raccolto. Il procedimento penale a carico di ignoti avviato dalla procura di Foggia, è tutt'ora in fase di indagine. «La forza di queste persone - ha detto D’Elia - è la paura delle loro vittime».