Ai potentini piace l’auto privata. Nel capoluogo lucano c’è uno dei più alti tassi di vetture circolanti, 66 ogni 100 abitanti, superiore alla media nazionale che è di 61. Nonostante la difficoltà di trovare un parcheggio, il traffico, gli ingorghi, i rallentamenti, in città si continua a circolare con le automobili, snobbando il servizio di trasporto pubblico. Il record di utilizzo di vetture si riflette inevitabilmente sull’utenza dei bus: ogni potentino, in media, sale appena 18 volte in un anno su un autobus del servizio pubblico. A Perugia, una città che ha forti analogie con il capoluogo lucano per dimensioni e sistema di trasporto (le scale mobili e gli ascensori), la media sale a 28. Si dice che il servizio del Cotrab sia carente.
Lo si diceva, a dire la verità, anche quando a gestire i bus c’erano altre società. Si parla di tempi non rispettati, di corse saltate, di ritardi. Ma, orologio alla mano, circolare su un pullman in città conviene. È la conclusione a cui è arrivato il cosiddetto «Trofeo Tartaruga», iniziativa di Legambiente che ogni anno «cronometra» i mezzi di trasporto per verificarne l’efficienza e l’impatto ambientale. Nell’ultima edizione sono stati testati due partecipanti in auto, uno in bici, un altro in scooter, due coraggiosi a piedi e una persona che si è rivolta al servizio taxi. Bisognava percorrere un itinerario dalla stazione ferroviaria di Potenza inferiore al centro storico della città. Primo al traguardo, in soli 11 minuti l’auto con «passeggero»: ma il conducente ha impiegato altri venti minuti per trovare un grattino e un angolo per la sosta della vettura.
Subito dopo è arrivato l’autobus in 15 minuti e poi, in sequenza, ad un minuto di distanza l’uno dall’altro, il ciclista, i pedoni, lo scooter. Non classificato il cittadino del taxi, che dopo aver telefonato invano per mezz'ora ai tre numeri sull'elenco telefonico ha rinunciato. Spostarsi con il bus, dunque, significa accorciare i tempi ed evitare la «croce» del posto-auto. Ma i potentini non ne vogliono sapere e il loro atteggiamento si riverbera sulle casse del Comune. Al Cotrab, l’attuale gestore del servizio, l’amministrazione comunale - che trattiene l’impalpabile incasso dei biglietti venduti - versa 3 euro a chilometro che in un anno diventano 8 milioni di euro. A cui bisogna togliere gli introiti che si aggirano sui 700 mila euro. Resta un conto in rosso di 7 milioni e 300mila euro. Incentivare l’uso dei bus, insomma, significa anche ammortizzare una perdita che assume i contorni dell’emergenza finanziaria.