POTENZA - La Basilicata in trincea nella lotta alla povertà alimentare. Una Regione che vuole invertire la rotta del cibo sprecato, recuperandolo e trasformandolo in una risorsa per la collettività. Tutto questo, appunto, mentre nel nostro Paese si continuano a gettare alimenti nella spazzatura.
Nel report «Il caso Italia» del 2023 condotto da «Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability» si stima che ogni cittadino italiano butta nella pattumiera circa 27 chilogrammi di cibo all’anno, per uno spreco pari a oltre nove miliardi di euro. A finire nei cassonetti la verdura (46%), seguita da frutta (40%), pane fresco (27%) e latticini (22%).
A sprecare di più, secondo il rapporto di Regusto la prima piattaforma blockchain per la gestione dei prodotti a rischio spreco, i supermercati (36%), e poi via via i ristoranti (18%), le famiglie (15%), le mense scolastiche (12%), gli ospedali (11%) e le mense di lavoro (8%).
Dati a quanto pare non allarmanti. Dall’ultimo Rapporto di «Waste Watcher International» per campagna «Spreco Zero», su monitoraggio Ipsos/Università di Bologna (fonte Adnkronos) pare che lo spreco alimentare domestico in Italia sia sceso del 25% circa, assestandosi sui 469,4 grammi a settimana per ogni cittadino, vale a dire, -125,9 grammi rispetto alla rilevazione dell’estate 2022. Percentuali che saltano all’occhio oggi, in occasione della «Giornata internazionale della consapevolezza sullo spreco alimentare», ma che in Basilicata portano a riflettere su un’altra questione: si spreca sì, ma si recupera anche. E con numeri elevati.
Nel nostro territorio infatti c’è chi lavora da anni per la raccolta delle eccedenze alimentari. Un’azione di forza che vede schierate in prima linea le Associazioni di volontariato che operano sul territorio di concerto con le Caritas diocesane e che nel corso degli ultimi anni ha permesso di recuperare tonnellate di cibo finite poi sulle tavole delle persone più bisognose.
A Matera l’associazione «Cittadini attivi», fautori della rete «CiBus», ha raccolto nell’arco di sei anni, 150 tonnellate di cibo per un valore commerciale di 360mila euro, mentre a Potenza l’associazione «Io potentino» che gestisce i «Magazzini sociali», dal 2020 ad oggi, ha recuperato 68.338 Kg di alimenti per un controvalore in euro pari 679.691 e per un totale di 395.663 porzioni di cibo recuperate di cui hanno beneficato 21.881 persone (di queste 2900 solo nel 2023). I numeri parlano da soli. Ma si potrebbe fare di più con l’attivazione, richiesta dall’Ordine dei tecnologi, di un Osservatorio sullo spreco alimentare che «permetterebbe di capire nel dettaglio quanto e quale cibo viene buttato - dice la presidente Laura Mongiello - Lo scorso anno abbiamo avviato un’indagine in alcune scuole di Potenza che hanno il servizio mensa, per capire i gusti degli studenti ed evitare che il cibo non gradito finisca nella spazzatura, così, individuando le preferenze, si potrebbe intervenire per ottenere un risultato diverso».
Stesso discorso per i ristoranti, dove lo spreco alimentare presenta un conto salato, e ancora poco diffusa è l’abitudine di chiedere la cosiddetta «doggy bag» per portare via il pasto non consumato.
Ma la soluzione c’è. E a fornirla sono gli stessi supermercati e i piccoli commercianti che mettono a diposizione delle reti solidali gli alimenti in eccesso non venduti, attivando anche programmi ad hoc. Tra questi il progetto «Buon fine», avviato dal grande store di borgo Venusio che solo nel 2022 ha donato circa 10 tonnellate di cibo pari a 54 pasti giornalieri, alla Comunità terapeutica Fratello Sole, all’opera Mariana del Samaritano Onlus, all’associazione di volontariato Basilica Mozambico- Parrocchia di San Rocco e all’associazione La Martella, mentre sui prodotti di prossima scadenza applica ai soci anche uno sconto anche del 50 per cento, un modo per abbattere i prezzi ma anche per ridurre lo spreco. Ma se da una parte si dona, dall’altra il cittadino va a caccia di offerte anche su internet. Ad esempio l’App Too good to go permette di visualizzare le proposte dei negozianti lucani. Offerte last minute su prodotti freschi o confezionati, acquistabili a un costo ragionevole.