POTENZA - Il teatro Stabile di Potenza: un gioiello da preservare, una istituzione culturale da mettere a frutto. Come? Con una fondazione per lo spettacolo dal vivo. L’associazione Potenza Heritage, promotrice di questa iniziativa, ci introduce nei segreti di «uno dei più preziosi Teatri Storici del Mezzogiorno».
«Costruito durante la seconda metà dell’800 - racconta il presidente di Potenza Heritage Rocco Guarino - è un teatro d’opera all’italiana, ed è l’unico teatro monumentale della regione: gli altri in realtà sono sale cinematografiche costruite negli anni successivi al secondo dopoguerra e adattate alla funzione di teatri». Lo Stabile, invece «nasce dall’esigenza di ideare per Potenza un teatro degno del nuovo status di Città Capoluogo della Basilicata (all’epoca provincia unica) conferitole nel 1806 dal governo francese». «Prima che nascesse il teatro municipale - prosegue Guarino - l’attività teatrale si svolgeva in luoghi non adeguati, in chiese sconsacrate e alcune volte nella Taverna Visconti a Portasalza.
Tuttavia si hanno notizie di un teatro fisso in città sin dalla seconda metà del ’700, infatti quando cominciò a farsi strada l’idea di un vero e proprio teatro cittadino, già si utilizzava come sala teatrale, un locale all’interno della sconsacrata Chiesa della Congregazione dei Morti, in Piazza Sedile. Il degrado dell’edificio indusse il Comune nel 1823 ad adattare a teatro la Chiesetta di San Nicola, dove oggi sorge il Palazzo del Consiglio Comunale. In quegli anni, l’intendente della Provincia di Basilicata, Carlo Antonio De Nigris, inoltrò al Ministero degli Interni del regno borbonico la richiesta per lo stanziamento di fondi per la costruzione di un nuovo teatro, ma il progetto dell’ingegnere Nicola Scodes non fu ritenuto idoneo dall’ispettore generale Giuliano De Fazio». Nel 1838, un nuovo capitolo: «Il nuovo intendente Eduardo Winspeare affidò al responsabile di Ponti e Strade, l’ingegnere Gaetano De Giorgio, l’incarico di progettare il teatro, ma la mancanza di un suolo nel centro cittadino, e le difficoltà nel reperire i fondi necessari, provocarono un nuovo ritardo. Nel 1854 il progetto, con le varianti degli architetti Antonio Ferrara e Gerardo Grippo, trovò una degna sede nel Largo dell’Intendenza, oggi Piazza Mario Pagano, con la demolizione di un palazzo appartenente alla famiglia Cortese. L'edificazione iniziò nel 1856, col sostegno di parte della borghesia cittadina che sottoscrisse dei titoli di credito.
Il progetto, modificato dal nuovo direttore del cantiere, l'architetto Vincenzo Pascale, vide un ennesimo arresto dei lavori nel 1857 da parte dell’appaltatore Francesco De Rosa, per il disastroso sisma del 16 dicembre. Un tentativo di ripresa si ebbe nel 1860, ma l’ennesima revisione fece slittare i lavori al 1865, quando, con la direzione dell’ingegnere Emmanuele Bruno, ci si avvalse della consulenza degli architetti Errico Alvino e Giuseppe Pisanti, nativo di Ruoti. La costruzione terminò nel 1878, senza tuttavia aver ultimato molti dettagli architettonici e decorativi».