Stando alla ricostruzione fatta dall’accusa, Amodio morì per le lesioni provocate dalle percosse, calci, pugni e colpi di casco, al termine di un litigio. La dinamica dei fatti è stata ricostruita anche grazie ai video delle telecamere di sicurezza installate nel locale. Brandonisio, gestore del locale e il cittadino rumeno Gruia, difesi dagli avvocati Antonio Romano, Massimo Roberto Chiusolo e Sergio Ruggiero, furono arrestati poche ore dopo il delitto e sono attualmente detenuti ai domiciliari
Martedì 10 Febbraio 2015, 14:14
03 Febbraio 2016, 06:31
BARI – La Corte di Assise di Appello di Bari ha ridotto da 12 anni a 4 anni e 6 mesi di reclusione le condanne inflitte a Michele Brandonisio e Constantin Gruia, imputati per l’omicidio di Giuseppe Amodio, il pregiudicato 35enne ucciso a Mola di Bari il 24 agosto 2012 durante un litigio in una sala giochi. I giudici baresi già in primo grado avevano riqualificato il reato da volontario a preterintenzionale. La Corte di Assise di Appello ha riconosciuto ai due imputati anche l’attenuante della provocazione.
Stando alla ricostruzione fatta dall’accusa, Amodio morì per le lesioni provocate dalle percosse, calci, pugni e colpi di casco, al termine di un litigio. La dinamica dei fatti è stata ricostruita anche grazie ai video delle telecamere di sicurezza installate nel locale. Brandonisio, gestore del locale e il cittadino rumeno Gruia, difesi dagli avvocati Antonio Romano, Massimo Roberto Chiusolo e Sergio Ruggiero, furono arrestati poche ore dopo il delitto e sono attualmente detenuti ai domiciliari
Stando alla ricostruzione fatta dall’accusa, Amodio morì per le lesioni provocate dalle percosse, calci, pugni e colpi di casco, al termine di un litigio. La dinamica dei fatti è stata ricostruita anche grazie ai video delle telecamere di sicurezza installate nel locale. Brandonisio, gestore del locale e il cittadino rumeno Gruia, difesi dagli avvocati Antonio Romano, Massimo Roberto Chiusolo e Sergio Ruggiero, furono arrestati poche ore dopo il delitto e sono attualmente detenuti ai domiciliari
















