Domenica 09 Novembre 2025 | 08:38

Telefonini e sim in cella a Bari: in 18 vanno a processo

Telefonini e sim in cella a Bari: in 18 vanno a processo

 
isabella maselli

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isabella maselli

Telefonini e sim in cella a Bari: In 18 vanno a processo

Imputati 17 detenuti e la dottoressa che avrebbe chiuso un occhio

Domenica 09 Novembre 2025, 06:10

Diciassette ex detenuti nel carcere di Bari e una dottoressa in servizio nella casa circondariale di Carrassi finiscono a processo perché usavano cellulari durante la detenzione (il medico per aver chiuso un occhio). Come spesso l’Antimafia ha accertato, anche in recenti indagini, la capacità di introdurre dispositivi che permettano ai detenuti, fuori dagli orari e dai luoghi consentiti, di mettersi in contatto con il mondo fuori, è un dato sempre più frequente. È lo strumento che consente, per esempio, ai vertici dei clan di continuare a dare ordini, a gestire le attività illecite, a minacciare le proprie vittime. Ma è anche lo strumento per parlare più liberamente con i propri contatti al di là delle sbarre. Quasi quotidianamente nelle carceri di tutta Italia, e anche a Bari, la Polizia penitenziaria sequestra telefoni nascosti dai detenuti e illecitamente introdotti in carcere durante i colloqui oppure, come avvenuto anche a volte per la droga, lanciati con fionde o droni.

L’ultima inchiesta, coordinata dalla pm Desirè Digeronimo e delegata al nucleo investigativo dell’amministrazione penitenziaria, riguarda 17 reclusi e una dottoressa in servizio nel penitenziario il giorno in cui la perquisizione nella cella di due detenuti rivelò la presenza di due cellulari e sei sim telefoniche intestate a soggetti fittizi, che - è stato poi documentato - venivano usate da quei due e altri quindici reclusi «per mantenere rapporti con l’esterno» e, in particolare, «con familiari, amici e conviventi». Il reato contestato a 17 dei 18 imputati è «accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti». Gli accertamenti degli investigatori hanno consentito di verificare l’utilizzo di quei dispositivi almeno dall’agosto precedente. I detenuti, come evidenziato dai tabulati, avrebbero chiamato decine di volte figli, mogli e amici....

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