Sabato 18 Ottobre 2025 | 23:26

Bari, ora niente scherzi: se ci sei batti un colpo

Bari, ora niente scherzi: se ci sei batti un colpo

 
antonello raimondo

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antonello raimondo

Bari, ora niente scherzi: se ci sei batti un colpo

Al Bari si chiede, prima di tutto, di diventare squadra. Una squadra, vera, ha soprattutto una logica e un’anima. Dentro un progetto tattico che deve risultare credibile

Sabato 18 Ottobre 2025, 14:16

Non capita spesso, nel mese di ottobre, che una partita assuma già i contorni dello «spareggio». E che, addirittura, le risposte della squadra vengano prima del risultato. Risultato, si badi bene, che non può essere certo valutato come un dettaglio. Anzi. La panchina di Caserta, prestazioni e numeri alla mano, non è certo blindata nonostante la vittoria in rimonta contro il Padova al «San Nicola». Una sconfitta a Reggio Emilia potrebbe costare carissimo al tecnico calabrese o, comunque, riaprire il dibattito interno alla società, abbastanza indispettita per il rendimento della squadra biancorossa. Ci si aspetta tanto dalla partita in terra emiliana. Risposte caratteriali, soprattutto. Non se ne può più di certificare una fragilità complessiva che, finora, ha fatto più danni della... grandine.

Tanta mediocrità ha fatto passare in second’ordine anche l’annosa, ma chiacchieratissima nei bar, questione del «giuoco». Qui non si tratta di giocare bene. E, quindi, di riuscire a proporre un calcio dominante. Al Bari si chiede, prima di tutto, di diventare squadra. Una squadra, vera, ha soprattutto una logica e un’anima. Dentro un progetto tattico che deve risultare credibile. Da un lato i calciatori, dall’altro la figura dell’allenatore. Le caratteristiche degli uni e il credo dell’altro. Caccia aperta alla sintesi. Si tratta, in buona sostanza, di autoprodurre quel toccasana di nome equilibrio. Fase difensiva e fase offensiva possono e devono convergere in un unico modo di stare in campo. La mentalità, già. Che non è solo avere voglia di correre in avanti. Ma anche cibarsi dell’eccitazione nella difesa della porta. In una squadra vera bisogna saper marcare l’avversario. E possedere quel senso tattico che dà un senso a corse e rincorse. Ecco, per molti il Bari corre poco, anzi quasi nulla. Ma siamo convinti che sia davvero così? Correre non attiene solo alla quantità, ma spesso è questione di qualità. Quelli bravi corrono di più e meglio degli avversari. Ma per farlo serve soprattutto attenzione. Alle posizioni, alle «letture» nei vari momenti di una stessa partita. Caserta dice che il Bari ha un’unica strada: attaccare. Bene. Ma attacca bene solo chi sa difendere. E difende bene solo chi immagina l’avvio dell’azione collettiva nei movimenti delle punte. Si chiama collettivo, insomma. Finora non se n’è vista nemmeno l’ombra. E pensare che sia solo colpa di Caserta sarebbe un errore imperdonabile. Discorso molto più ampio. E scivoloso.

Si riparte dalla trasferta di oggi pomeriggio a Reggio Emilia. Un piccolo crocevia e non perché la squadra del duo Dionigi-Sibilano rappresenti un’eccellenza del campionato, anzi. Avversario organizzato, spesso vulnerabile in difesa anche per via di qualche assenza di peso ma anche competitivo in attacco grazie a uomini complementari tra loro. Portanova, il «faro» alla voce qualità. Marras, ve lo ricordate qui a Bari? Corre e sforna assist, un tipino da tenere a vista. Servirà alzare il livello, nessun dubbio. C’è da soffrire, quasi superfluo ribadire che senza «sporcarsi» le mani sarebbe tutto inutile. Per vincere, o quantomeno risultare credibili, non basterà andare all’attacco come auspica, legittimamente, Caserta. Serve molto altro. Nella «testa», prima di tutto. Siamo a Bari. E guai a chi lo dimentica.

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