Martedì 30 Settembre 2025 | 19:10

Enea morì a 13 giorni di vita. I periti confermano: «fu infezione contratta in ospedale»

 
Redazione online

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Enea morì a 13 giorni di vita. I periti confermano: «fu infezione contratta in ospedale»

Ad accertarlo è una relazione disposta dal Tribunale civile di Bari, in fase di accertamento tecnico preventivo (Atp), che getta nuova luce sulla vicenda

Martedì 30 Settembre 2025, 15:41

È morto a causa di una «infezione nosocomiale», contratta al Policlinico di Bari, il piccolo Enea, deceduto il 28 dicembre 2022 nell’ospedale barese ad appena 13 giorni. Ad accertarlo è una relazione disposta dal Tribunale civile di Bari, in fase di accertamento tecnico preventivo (Atp), che getta nuova luce sulla vicenda: il piccolo nacque prematuramente, a sette mesi, ma era sano al momento della nascita. Il batterio escherichia coli che ne causò la morte, spiegano i periti, fu contratto a circa dieci giorni dal ricovero in ospedale, ed era di un ceppo diverso rispetto a quello contratto dalla madre tempo prima.

«La presenza di un patogeno con profilo di resistenza "nosocomiale" permette di ritenere che le procedure di prevenzione delle infezioni nosocomiali non siano state pienamente rispettate», si legge nella relazione, e «tale infezione, per le sue caratteristiche microbiologiche e modalità di presentazione, è da ritenersi una infezione nosocomiale, ascrivibile a inadeguata osservanza delle misure di prevenzione delle infezioni nosocomiali. Tale infezione, nel caso concreto, sarebbe stata prevenibile con l’adeguata osservanza di misure di prevenzione delle infezioni».

D’altro canto, spiegano i periti, «nulla può essere imputato ai sanitari in termini di tempestività della diagnostica, del supporto delle funzioni vitali e della terapia antibiotica al momento del verificarsi di tale episodio settico, ovvero nelle fasi precedenti allo stesso», e dunque la morte del piccolo «è interamente imputabile alla gravità stessa dello shock settico e non a inadeguata cura prestata dai sanitari».

Le strade per la conclusione della vicenda sono ora due: il risarcimento dei danni da parte del Policlinico di Bari nei confronti dei familiari di Enea o l’instaurazione di un processo civile. I genitori del piccolo sono stati assistiti dall’avvocato Andrea Marzorati.

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