Alla mezzanotte di oggi, i pescherecci del compartimento barese (da Molfetta a Giovinazzo, Santo Spirito, Bari, Torre a Mare, Mola e Monopoli) torneranno in mare. Dopo un mese e mezzo, scadono infatti i 45 giorni consecutivi di fermo obbligatorio delle imbarcazioni che effettuano la pesca a strascico, come disposto dal ministero dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare.
Il fermo biologico obbligatorio quest’anno ricalca quello dello scorso anno: anche per il 2025 il decreto cancella il cosiddetto «fermo aggiuntivo», che in passato consisteva in ulteriori 30 giorni nel corso dell’anno, a cui ogni imbarcazione a scelta dell’armatore doveva sottoporsi, in aggiunta al periodo di fermo pesca classico.
Confermato, invece, il divieto, già in vigore dal 1° luglio e fino al 31 ottobre, di pesca entro le 6 miglia dalla costa. «Ricordiamo che per giornata di pesca – spiega l’armatore barese Piero D’Ecclesiis, aderente all’organizzazione di base Marinai d’Italia e d’Europa - si considera un periodo continuato di 24 ore, all’interno delle quali si può pescare al massimo 18 ore per 5 giorni alla settimana. Sulla costa barese la pesca potrà essere effettuata per un massimo di 3 giornate su base settimanale, oppure per 72 ore settimanali anche spalmate in 5 giornate. È stato mantenuto il plafond di giornate complessive per ogni areale di pesca, suddiviso ulteriormente in base alla lunghezza delle imbarcazioni».
Per lo strascico le imbarcazioni piccole sotto i 12 metri hanno 2.880 giornate, dai 12 ai 24 metri 64mila 737 giornate, oltre i 24 metri 5mila 672 giornate. Qualora si voglia pescare il sabato e la domenica, in uno o più compartimenti marittimi, è richiesta la sottoscrizione di accordi nazionali fra le organizzazioni cooperative, datoriali, sindacali. Durante questo mese e mezzo di fermo, la fornitura di pesce fresco per pescherie, ristoranti e supermercati, è stata garantita dalle imbarcazioni di grande tonnellaggio che hanno potuto trasferirsi nelle zone di pesca dove il fermo pesca scatterà nelle prossime settimane, dai porti del centro sud Adriatico, alla Sicilia e al Tirreno.
Positiva novità: «Dopo il fermo - spiega Cosimo Marasciulo di Monopoli - si riparte con un’attività di pesca che si preannuncia abbondante». I primi giorni d’autunno regalano ancora molte belle giornate di sole e la pesca delle specie demersali: dalle triglie alle seppie, calamari, polpi, cicale. Spostandosi più a largo è possibile incontrare i tonnetti.
Ma i problemi non mancano: le imprese di pesca attendono il contributo per il fermo 2023 e 2024. Nel barese, nella sola Mola (dove oggi riapre il ristrutturato mercato ittico), hanno presentato domanda di fermo definitivo 20 pescherecci su 60, più o meno simili le percentuali su Molfetta, Monopoli e nelle marinerie del barese.