Sabato 27 Settembre 2025 | 13:41

Stazione per la ricarica dei bus di via Mitolo, a Bari guerra a carte bollate

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Centralina di via Mitolo, a Bari guerra a carte bollate

La giunta approva il progetto che comprende anche un nuovo park&ride, ma scoppia la polemica

Sabato 27 Settembre 2025, 11:27

11:55

Via libera alla centralina «della discordia». La giunta comunale ha approvato ieri il progetto di fattibilità tecnico-economica del primo stralcio relativo alla realizzazione di un centro di ricarica per bus elettrici in via Mitolo, nel quartiere Poggiofranco, per un importo complessivo poco inferiore ai 6,5 milioni.

Il progetto prevede l’esecuzione del primo tra gli interventi che costituiscono l’opera complessiva, ovvero la realizzazione di un centro di ricarica per 80 bus elettrici, su una superficie di circa 19mila metri quadri (parte del territorio è di proprietà privata, per cui si dovrà procedere con l’acquisizione mediante esproprio), nonché di un Park&ride pubblico da circa 90 posti auto, su una superficie di circa quattromila metri quadri. Si tratta di un’infrastruttura innovativa che sorgerà tra via Michele Mitolo e la strada statale 16 con l’obiettivo da un lato di potenziare il trasporto pubblico locale tramite una gestione più efficiente del servizio, dall’altro di promuovere lo sviluppo economico-sociale della città con l’adozione di mezzi e soluzioni a basso impatto ambientale.

Nel dettaglio, il progetto di fattibilità tecnico-economica del primo stralcio approvato riguarda la prima metà della struttura con l’installazione, su una superficie di circa 9.500 mq, di 40 stalli a pettine, attrezzati con colonnine di ricarica elettrica, di cui una parte sarà coperta da tettoie metalliche predisposte per il montaggio di pannelli fotovoltaici. I sistemi di illuminazione della viabilità e delle pensiline saranno a led e connessi alla piattaforma di telegestione comunale. Le fasce perimetrali saranno sistemate a verde con alberature e arbusti su una superficie di circa 2.300 mq. Infine, saranno aperti due varchi per l’entrata e l’uscita in sicurezza dei bus.

Il progetto, tuttavia ha già incontrato la ferma opposizione del comitato spontaneo «Bari Verde», costituito nel quartiere Poggiofranco con più di 30 aderenti, tra cui il professore di archeologia Antonino Greco, nonché i legali Giuseppe Mariani e Luigi Campanale. Lo scopo dell’associazione è sorvegliare sul corretto mantenimento del rapporto inerente il verde pro capite che a Bari risulta già in netta sofferenza. Lo scorso agosto, il comitato ha inviato una diffida al Comune e al Consiglio Comunale per invocare una variante al Piano Regolatore Generale e preservare le aree verdi di via Mitolo, altrimenti destinate al sacrificio per garantire la costruzione della centralina.

Dai rilievi posti dal comitato, infatti, Il capoluogo pugliese risulta in coda alle 14 città metropolitane per quantità di «verde per abitante» (come da ultima elaborazione Ispra sul 2024), nonché sulla dotazione di «Aree Verdi Pubbliche». Risulta, inoltre, un deficit generale di «Verde di Quartiere» e di Verde urbano che impedisce qualsiasi modificazione di aree la cui destinazione d’uso è a Verde Pubblico. Secondo il comitato, in casi estremi di modifiche sarebbe imprescindibile l’espletamento della valutazione ambientale strategica e della valutazione d’impatto ambientale, pertanto, risulterebbero illegittimi i progetti per la realizzazione di un hub per la mobilità veicolare a trazione elettrica in via Mitolo.

«Il comitato si preoccupa esclusivamente della tutela del verde: non si pone in antitesi con la mobilità sostenibile», afferma il legale rappresentante di «Bari Verde», Marco Cornaro. «Non abbiamo ricevuto alcuna risposta all’atto di significazione inviato al Comune. L’atto è stato inviato anche al Consiglio Comunale perché è necessaria una variante al piano regolatore trattandosi di un cambio di destinazione d’uso sul verde pubblico: non bastano risposte basate semplicemente su provvedimenti degli uffici tecnici. Da ulteriori verifiche espletate, abbiamo avuto conferma che il progetto prevede il sacrificio del verde da noi ipotizzato, malgrado l’assessore alla Cura del Territorio, Domenico Scaramuzzi, avesse parlato di nostre ricostruzioni fuorvianti. A questo punto, annunciamo che impugneremo senza indugio il provvedimento nelle sedi competenti. Il verde di quel tratto di Poggiofranco non può essere sacrificato».

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