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«Bari, le due vigilesse non hanno rapporti con i clan: hanno sempre fatto il loro dovere»

 
Redazione online

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Bari, due auto pirata investono pedoni e scappano: polizia locale intercetta conducenti

La difesa delle agenti licenziate e poi riammesse in servizio dal Tribunale del Lavoro: «Hanno regolarmente multato un presunto mafioso» . Ma il Comune: impugneremo la sentenza

Giovedì 28 Agosto 2025, 11:55

«L’autorità giudiziaria penale non ha mai ravvisato alcun profilo di illiceità nel comportamento delle agenti Biallo e Losacco, né - sempre per quanto consta alla difesa – le due hanno mai rivestito neanche la qualità di persona sottoposta alle indagini». Lo scrive il difensore delle due vigilesse del Comune di Bari, Antonio La Scala, all’indomani del reintegro in servizio disposto dopo la sentenza del Tribunale del Lavoro.

Le vigilesse erano state licenziate dopo che erano emerse le intercettazioni telefoniche, disposte nell’ambito dell’indagine Codice Interno della Dda di Bari, in cui le due vigilesse si rivolgevano a un loro amico di Japigia per chiedere di intervenire nei confronti di un automobilista che dopo essere stato sanzionato le aveva offese verbalmente. « L’ufficio di Procura – dice la difesa - ha solo inviato gli atti in questione al Comune di Bari per eventuali profili di competenza amministrativa e disciplinare. I Giudice del Lavoro del Tribunale di Bari, dichiarando illegittimo il licenziamento disposto, ha ritenuto trattarsi al più di condotte inopportune».

«Nelle occasioni contestate - prosegue ancora il difensore - le due agenti hanno operato correttamente, senza favorire alcuno, anzi provvedendo a contestare apposita infrazione ed a sanzionare il soggetto ritenuto appartenente al sodalizio criminoso denominato “clan Parisi”. In nessuna delle intercettazioni telefoniche le predette agenti hanno mai rivolto qualsivoglia richiesta di “aiuto” o avanzato richieste di “protezione” a soggetti accusati di appartenere a sodalizi criminosi di natura “mafiosa”». La persona cui le due agenti si erano rivolte, Fabio Fiore, arrestato in Codice Interno perché ritenuto autista e braccio destro di Tommy Parisi, figlio del boss Savino, «al momento dei fatti in questione e delle conversazioni telefoniche riportate dagli organi di stampa era assolutamente incensurato e - in relazione al procedimento penale per il quale era all’epoca indagato - è stato poi assolto». Il Comune di Bari, nel disporre il reintegro in servizio delle due vigilesse, ha preannunciato che valuterà l’impugnazione della sentenza con cui il Tribunale ha annullato i licenziamenti sostituendoli con una sospensione già scontata.

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