Paventato sin dalla campagna elettorale a bocce ferme, una volta avvenuta la convalida degli eletti con il primo consiglio comunale, si è materializzato il ricorso avverso la distribuzione dei seggi all’interno dell’assise, invocando la presunta incostituzionalità della normativa vigente. A Palazzo di città è stato notificato dall’avvocato Giuseppe Mariani, in nome e per contro di tre cittadini elettori (di cui uno candidato e primo per preferenze in una delle liste collegate a un sindaco non eletto), il ricorso al Tar Puglia di Bari per l’annullamento parziale del verbale delle operazioni elettorali di ballottaggio dell’8 e 9 giugno, del manifesto recante la pubblicazione della proclamazione degli eletti e della deliberazione consiliare del 14 luglio di convalida degli eletti.
Il ricorso è finalizzato alla correzione dei risultati elettorali, anche mediante la rideterminazione, sulla base dei risultati elettorali emersi dal primo turno, attribuendo a ciascun raggruppamento di liste e a ciascuna lista, i seggi spettanti su base esclusivamente proporzionale, senza alcun premio di maggioranza, rinnovando l’atto di proclamazione degli eletti con gli aventi diritto.
In definitiva, nel “mirino” del ricorso vi sarebbe proprio il premio di maggioranza riconosciuto dall’attuale legge elettorale che, secondo i ricorrenti, sarebbe eccessivamente “premiante” al punto da far raddoppiare i seggi rispetto al metodo proporzionale che emergerebbe fotografando le preferenze espresse alle singole liste al primo turno (sei consiglieri per Battista, cinque ciascuno per Cascarano e Toscano), facendo passare i consiglieri a sostegno del sindaco Pino Toscano da cinque a dieci, tanto da aver evocato quali controinteressati nel giudizio anche sei consiglieri di maggioranza tra proclamati e subentranti.
Si invoca l’incostituzionalità dell’articolo 73 comma 10 del D. Lgs. n. 267/2000 (testo unico enti locali) per cui i ricorrenti hanno chiesto espressamente, in via preliminare, che il Tar, ritenuta rilevante la questione di legittimità costituzionale ai fini della decisione del ricorso e la non manifesta infondatezza, sollevi davanti alla Corte Costituzionale l’incidente di illegittimità costituzionale e, conseguentemente, accolga il ricorso, riducendo da dieci a cinque i consiglieri a sostegno di Toscano da attribuirsi ai raggruppamenti di liste non collegate al candidato sindaco eletto, correggendo le operazioni elettorali e proclamando come consiglieri comunali i candidati che, sulla base del consenso della propria lista, risultino aver ottenuto il miglior risultato. Dunque, sarà necessario prima un passaggio dalla Consulta, sempre che il Tar, nella seduta già fissata del prossimo 12 novembre, ritenga la questione di legittimità costituzionale rilevante e non manifestamente infondata.
Dal canto suo, l’amministrazione guidata dal neoeletto sindaco Pino Toscano, con deliberazione della giunta comunale, ha ritenuto opportuna e necessaria la costituzione del comune nel giudizio dinanzi al Tar «al fine di rappresentare e difendere la regolarità e la legittimità degli atti posti in essere di cui si chiede il parziale annullamento». «Abbiamo preso atto del ricorso presentato da alcuni cittadini elettori – commenta il sindaco Pino Toscano – e ritenuto doveroso fornire un indirizzo per la costituzione in giudizio onde difendere e confermare la legittimità degli atti. Certo, da un lato, fa specie constatare come dalla nostra realtà locale parta una crociata anticostituzionale avverso una legge che ha garantito la stabilità e la governabilità dei comuni italiani e, dall’altro, sul piano più prettamente politico, come, probabilmente, non si sia stato ancora accettato l’esito delle urne, pur rispettando il diritto alla tutela giudiziale di ciascun cittadino ma con il rammarico di distrarre risorse a discapito di più utili finalità collettive». Che cosa accadrebbe in caso di accoglimento del ricorso, previa declaratoria di incostituzionalità? Toscano rimarrebbe sindaco, ma la sua attuale maggioranza si dimezzerebbe dando origine alla cosiddetta «anatra zoppa», con l’alternativa di crearne una nuova oppure di tornare alle urne.