MOLA DI BARI - «Quanto accade a Gaza non può lasciarci indifferenti». Valerio e Miryam Scognetti sono due dei sessanta volontari italiani che fanno parte della «Carovana solidale» organizzata da diverse ong internazionali e Apia, organizzazione di cooperazione, che ha raggiunto il valico di Rafah, al confine tra Egitto e la Striscia di Gaza. Un’iniziativa che ha voluto portare solidarietà concreta al popolo palestinese e denunciare la tragedia umanitaria in corso.
Dopo due settimane, i due studenti molesi sono sulla strada del ritorno e nel corso del viaggio hanno accettato di raccontare la loro breve esperienza nei territori occupati e devastati dalle bombe. «La cosa più inquietante – raccontano in video-chiamata alla Gazzetta - è stato sentire il rumore delle bombe. Prima nella notte, in un ex hotel in disuso a pochi km dal confine, con le vibrazioni dei vetri in camera. Poi mentre eravamo al valico: si sentivano questi tonfi, che ci porteremo a lungo dentro, e il paradosso era che noi eravamo lì per loro, ma non potevamo fare nulla per salvarli. Loro erano là dentro. È stato un senso di impotenza mai provato prima. Torniamo indietro con l’intenzione di far sentire ancora più forte la nostra voce per denunciare quello che sta succedendo a Gaza».
«Di fronte all’orrore che si consuma a Gaza – aggiunge Myriam – alle centinaia di camion umanitari fermi al valico di Rafah, cui viene impedito di entrare nella Striscia di Gaza non possiamo permettere che cali il silenzio. Le organizzazioni di volontariato devono continuare a levare la propria voce perché si fermi la violenza, non si ostacolino i corridoi umanitari».
A Mola, intanto, il fotografo palestinese Fadi Thabet da ieri, martedì 5 agosto, espone al pubblico foto-choc che denunciano quanto accade in quei territori, nella mostra «Là dove resiste la vita».
Collegato in diretta da Gaza, Fadi presenta un intenso reportage visivo. Attraverso uno sguardo umano e potente, la mostra rappresenta un’occasione di riflessione e consapevolezza.
«È uno spaccato sulla dignità – racconta il reporter -, la fame e l’infanzia che resiste tra le macerie della guerra». Le immagini di Thabet raccontano non solo la distruzione, ma soprattutto la forza della quotidiana resistenza civile: «Quella delle madri, dei bambini e degli anziani che, nonostante le difficoltà, continuano a custodire la memoria, la speranza e il senso profondo della propria umanità».
Alla mostra seguiranno momenti di riflessione, venerdì 8, con Antonella Bellantuono e Antonio Attomanelli; lunedì 11 con cortometraggi da Gaza realizzati da giovani registi palestinesi con lettura di testimonianze dirette dalla Striscia di Gaza. Mola, in questo drammatico periodo storico, non si volta dall’altra parte.