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Bari, adolescenti con la passione per il dark web: altri 6 mesi di indagini su due hacker 17enni

 
isabella maselli

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isabella maselli

Bari, adolescenti con la passione per il dark web: altri 6 mesi di indagini su due hacker 17enni

Nei dispositivi sequestrati trovati video di esplosivi e credenziali false di account bancari

Lunedì 04 Agosto 2025, 06:00

Adolescenti con la passione per dark web, diventati hacker talmente abili da creare un archivio di informazioni personali sensibili, guide alle truffe cibernetiche, contenuti per aspiranti apprendisti delle strategie del terrore di matrice jihadista, manuali di tecnologie degli esplosivi. Per i due nerd 17enni della provincia di Bari, entrambi studenti di buona famiglia, «armati» di Iphone di ultima generazione, tablet Ipad e pc Macbook Pro, la Procura minorile ha chiesto e ottenuto altri sei mesi di indagini. I due rispondono di concorso in detenzione e fabbricazione di esplosivi e istigazione a delinquere (anche se in una primissima fase si sospettava addirittura di avere a che fare con due giovani terroristi).

Su di loro indaga il centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale, che da marzo sta analizzando il contenuto dei dispositivi sequestrati. L’inchiesta è partita nel 2023 - quando i due indagati, uno di Turi e l’altro di Polignano a Mare, avevano 15 anni - da alcune segnalazioni dei servizi di intelligence anti terrorismo, che avevano intercettato file dai contenuti sospetti.

Esplorando i loro smartphone, tablet e pc gli investigatori, sotto il coordinamento del sostituto procuratore minorile Caterina Lombardo Pijola, hanno individuato una collezione di profili all’interno di gruppi e canali Telegram per il traffico e l’uso non autorizzato di carte di credito, l’hackeraggio e il furto di dati e documenti, più alcune applicazioni di sistemi di pagamento digitale nelle quali vi era traccia di numerose transazioni in euro e in dollari, in entrata e in uscita con alcun utenti particolarmente affezionati.

Nel corso delle ricerche, i poliziotti della Postale hanno eseguito due perquisizioni nelle abitazioni dei giovani indagati, la prima a giugno del 2024 (poco prima dell’inizio del G7 in Puglia), la seconda nel gennaio scorso. Durante la prima ispezione gli agenti avevano trovato e sequestrare nell’abitazione di uno degli indagati una grande quantità di sostanze chimiche, tutte classificate dal nucleo artificieri della Questura di Bari come comburenti, combustibili, acidi e solventi. «Si tratta - hanno spiegato gli specialisti - di precursori di esplosivi soggetti a segnalazione, la cui detenzione è vietata». Dal fascicolo di indagine emerge che gli indagati avrebbero fabbricato delle piccole cariche esplosive facendolo brillare a tarda ora nelle strade di Turi. Gli investigatori hanno trovato e sequestrato poi diversi dispositivi informatici che, secondo l’accusa, sarebbero stati utilizzati per la diffusione di informazioni sulla fabbricazione di ordigni artigianali e video sull’esplosione degli stessi. Nella seconda perquisizione, quella di gennaio scorso, sono stati sequestrati device usati da uno degli indagati, nei quali erano state installate applicazioni per accedere al dark web, programmi per effettuare attacchi informatici simulati su sistemi o in rete, e per testare le stesse credenziali, oltre a foto di documenti di identità, ben 9.008, e selfie di persone che mostrano il proprio documento, file contenenti liste di siti ritenuti vulnerabili agli attacchi informartici. Gli investigatori avevano trovato anche trovato una applicazione con numerose transazioni, in euro e in dollari, in entrata e uscita, ritenuti in parte riconducibili al «traffico» di file pericolosi. Nel pc c’erano anche credenziali di account bancari che avevano come username il dominio @poliziadistato.it. Sui dispositivi e sui loro contenuti le verifiche sono tuttora in corso.

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