È stato ricoverato nel reparto di Psichiatria in ospedale il conducente del van Mercedes che nella notte tra sabato 26 e domenica 27 luglio ha travolto una Fiat Punto sulla Strada Statale 16 all’altezza dello svincolo per Mola di Bari, provocando la morte di Sara Turzo, 33enne abruzzese incinta al sesto mese.
L’uomo, 59 anni, è stato soccorso nella notte in stato confusionale e in preda a gravi allucinazioni. Dopo essere stato trasportato in ospedale in stato di choc e sottoposto ai primi accertamenti, i medici hanno disposto il ricovero in Psichiatria per monitorare le sue condizioni mentali. Il van che guidava era in servizio per Uber ed è intestato a una società di Terlizzi.
Il tragico impatto è avvenuto intorno alle 3 del mattino sulla carreggiata sud della SS16. Sara Turzo, originaria di Lanciano e residente a Ortona (provincia di Chieti), era alla guida della Fiat Punto. Con lei viaggiavano due colleghi: un uomo di 30 anni e una donna di 29. I tre stavano rientrando da un matrimonio. A bordo del van Mercedes viaggiavano anche tre passeggeri: una coppia ucraina di circa 40 anni e il loro figlio di 9 anni, residenti in Canada. Erano stati appena prelevati all’aeroporto di Bari ed erano diretti in un hotel a Monopoli. Anche loro sono rimasti seriamente feriti: la coppia è stata portata in codice rosso al Policlinico, mentre il bambino è stato trasferito all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII.
Entrambi i veicoli sono stati sequestrati e la Procura di Bari ha aperto un’inchiesta per chiarire l’esatta dinamica dello scontro.
IL CORDOGLIO DEI COLLEGHI DELLO STUDIO
«Con una grande tristezza nel cuore, il nostro studio piange la scomparsa della amata e stimata collega Sara Turzo, vittima di un tragico incidente stradale, insieme a Davide, che portava in grembo. Era un pilastro del nostro studio, astro nascente della professione e presenza costante nelle nostre vite». Questo il messaggio lasciato sui social da Giampaolo Austa, avvocato cassazionista. «Non riusciamo a trovare le parole per descrivere quello che stiamo provando. Siamo vicini alla famiglia e agli affetti più cari».