La Guardia di Finanza ha acquisito la documentazione amministrativa che riguarda l’appalto integrato da 2,6 milioni di euro per la realizzazione del Parco extraurbano per la salvaguardia delle biodiversità animali e vegetali, struttura in cui è prevista la realizzazione della nuova sede del canile di Mola di Bari. L’inchiesta della Procura di Bari serve a verificare una serie di circostanze relative a possibili irregolarità nella procedura.
Un mese fa la Corte dei Conti aveva chiesto una serie di chiarimenti nell’ambito di un fascicolo sul presunto danno erariale connesso alle continue proroghe concesse alla cooperativa che gestisce il canile, considerando che l’affidamento originario risale a novembre 2006 e doveva avere una durata di 12 mesi. La tesi al centro delle nuove verifiche, contenuta in un esposto inviato anche all’Anac e in Procura, è che gli interventi infrastrutturali oggetto di un bando del 2023 e finanziati con fondi del Pnrr avrebbero dovuto già essere realizzati con un project financing (dunque a spese del gestore privato del canile). Ma a settembre 2023, con una procedura lampo, sono stati affidati con fondi pubblici: a vincere l’appalto è stata la ditta G Scavi, già coinvolta nelle indagini sugli appalti truccati della Protezione civile e nell’inchiesta sulle tangenti per i lavori della Asl di Bari.
I lavori per la realizzazione della nuova struttura e la riqualificazione del parco sono stati avviati anche se pende un ricorsi al Tar contro l’aggiudicazione dell’appalto. Tutto questo mentre la cooperativa che ha ottenuto la gestione del canile nel 2006, ha continuato la struttura per ulteriori 18 anni a colpi di proroghe: ben 34 solo dal 2018 al 2023 per circa 905mila euro, senza contare i 2 milioni spesi nei dieci anni dal 2008 al 2018, a cui si aggiungono le spese a carico del Comune per fornitura di acqua, smaltimento liquami fognari e delle carcasse dei cani. Spese che, secondo quanto sta verificando la Corte dei conti, sarebbero state fatte «al di fuori di qualsiasi norma e contravvenendo all’obbligo di evidenza pubblica».[red.cro.]
IL SINDACO: «L'ACQUISIZIONE DELLA FINANZA NON C'ENTRA CON QUELL'APPALTO»
«Non vi è correlazione alcuna tra l’appalto integrato da 2,6 milioni di euro “per la realizzazione del Parco extraurbano per la salvaguardia delle biodiversità animali e vegetali” e la documentazione amministrativa acquisita da La Guardia di Finanza». E' quanto scrive in una nota il sindaco di Mola, Giuseppe Colonna, secondo cui «la regolarità dell’appalto è stata sancita proprio nei giorni precedenti alla redazione del già citato articolo con la sentenza n. 6267 del 17/07/2025 del Consiglio di Stato che ha accolto definitivamente l’appello presentato dal Comune di Mola di Bari, rigettando qualsiasi pretesa di controparte che è inoltre stata condannata al rimborso delle spese di lite sostenute dal Comune di Mola di Bari e dalla società che sta eseguendo i lavori attualmente in corso presso il Canile comunale».
«Anche ogni riferimento alla società G Scavi - prosegue il sindaco - risulta errato, soprattutto in relazione al Comune di Mola di Bari: l’Ente, infatti, ha svolto tutte le necessarie e opportune verifiche, valutando la società aggiudicatrice dell’appalto idonea, senza commettere alcune errore, proprio come ribadito e confermato dai giudici della Corte amministrativa. Il riferimento al fatto che la società G Scavi fosse coinvolta in altre indagini non aveva, ed a maggior ragione in virtù della sentenza del Consiglio di Stato, non ha alcuna attinenza con il procedimento in questione. Si evidenzia, inoltre, che anche per quanto riguarda la gestione del canile comunale l’Amministrazione Comunale si è da subito resa disponibile e ha fornito anche spontaneamente ad Anac e Corte dei Conti qualunque informazione o documento utile a chiarire la questione».
Confermo integralmente i contenuti dell'articolo. Il riferimento alla G.Scavi è esattissimo, visto che la società in questione ha vinto l'appalto del Parco ed è anche coinvolta nelle indagini di cui parlava l'articolo. [m.s.]