Il sospetto è che il concorso da dirigente del personale in Aeroporti di Puglia era stato costruito su misura per lei. Ma non sarà possibile accertarlo in un Tribunale, perché - pur essendo stati raccolti diversi elementi critici sulla procedura - l’abolizione del reato di abuso d’ufficio impedisce ogni tipo di contestazione sul piano penale. E così l’indagine della Procura di Bari sulla pergamena farlocca che Carmela Fiorella ha usato per partecipare e vincere si chiude con lei come unica indagata: il pm Baldo Pisani contesta alla 38enne barlettana, moglie del consigliere regionale (ex) Pd Filippo Caracciolo, le ipotesi di falso ideologico e materiale ma anche due episodi di truffa. Inventando la laurea magistrale con 110 e lode in Economia, questa la tesi dell’accusa, Fiorella avrebbe infatti raggirato non solo Aeroporti ma anche l’Acquedotto Pugliese, dove era stata nominata in consiglio di amministrazione su indicazione della Regione e dove ha prodotto lo stesso titolo di studio farlocco.
L’indagine dei carabinieri è nata dopo l’articolo con cui la «Gazzetta», il 16 aprile, ha illustrato tutte le criticità contenute tanto nella pergamena di laurea quanto nel curriculum che Fiorella ha consegnato ad Aeroporti: la laurea specialistica in Economia (che non esiste: ne ha una in Scienze delle amministrazioni), il master di secondo livello in gestione del personale (è di primo livello), l’esperienza di dirigente in Adecco (dove era un’impiegata). Tutti elementi sfuggiti alla commissione di concorso presieduta dal professor Giuseppe Pirlo dell’Università di Bari, nonostante la falsificazione della pergamena sia a dire poco grossolana: anche questa circostanza, unita ai requisiti fumosi del bando e ad altre criticità rilevate da chi indaga nei verbali del concorso, lascia integro il sospetto che la procedura bandita nel febbraio 2024 fosse stata cucita in maniera sartoriale sulla moglie dell’allora esponente Pd.
Al concorso hanno partecipato in tre, ma gli altri due concorrenti sono stati esclusi per mancanza di requisiti. Quello più curioso riguardava l’età: si cerca il capo del personale di un’azienda pubblica con 350 dipendenti, si impone che abbia meno di 50 anni. Il 14 febbraio 2025 Fiorella è stata dichiarata vincitrice con appena due punti più della soglia minima e nonostante i dubbi espressi (per mail) dagli altri due componenti della commissione: in due hanno infatti messo per iscritto l’insufficiente esperienza di Fiorella nella gestione delle risorse umane (e infatti in Adecco era un’addetta commerciale) oltre a perplessità rispetto all’esito della prova orale. Fiorella ha tuttavia preso servizio in Aeroporti il 1° aprile 2025, salvo poi dimettersi la mattina stessa della pubblicazione dell’articolo della «Gazzetta» ammettendo poi la falsificazione della pergamena.
Il documento che attesta la specialistica in Economia è stato creato sulla base della laurea magistrale vera che Fiorella ha conseguito all’Università di Bari il 26 settembre 2012 ma in Scienze delle amministrazioni, titolo che non era sufficiente per partecipare al concorso di Aeroporti. I carabinieri hanno poi accertato che la donna ha dichiarato la stessa laurea farlocca anche ad Acquedotto Pugliese, dove è stata componente del cda dal 2017 al 2021. Una bugia inutile, perché la nomina in un consiglio di amministrazione non richiede alcun titolo di studio: eppure sul piano penale questo ha comportato la contestazione di un secondo falso ideologico (per l’autodichiarazione) e di una seconda truffa aggravata in relazione ai 60mila euro circa di compensi ottenuti in relazione alla carica.
I falsi dei privati comportano una pena massima fino a due anni, la truffa aggravata fino a cinque anni. Fiorella (difesa dall’avvocato Vincenzo Papeo di Barletta) cercherà molto probabilmente di evitare il processo concordando un patteggiamento, per il quale sarà necessario - in base alla legge - risarcire le parti offese: Aeroporti di Puglia, Acquedotto e l’Università di Bari. La stessa Università che, evidentemente danneggiata da tutta questa vicenda, ha fatto tutto il possibile per nascondere i documenti sulla laurea aggrappandosi alla privacy e a inesistenti ispezioni amministrative: è stata costretta a consegnarli alla «Gazzetta» da un parere del Garante. Ma è in buona compagnia: curiosamente, dopo l’acquisizione da parte della Procura, Acquedotto Pugliese ha eliminato dal suo sito il curriculum della Fiorella che per legge dovevano rimanere pubblicati per cinque anni (cioè almeno fino al prossimo anno). La trasparenza, in Puglia, si conferma un concetto teorico.