TORINO - Cinque mesi dopo la sentenza di patteggiamento per violenza sessuale e molestie nei confronti delle sue allieve della scuola di specialità di medicina legale dell’Università di Torino, il professor Giancarlo Di Vella torna a insegnare all’università, ma a Bari.
Di Vella - secondo quanto riportato oggi dal quotidiano La Stampa - ha infatti vinto, come unico candidato, il posto di professore associato di medicina legale presso l’università privata Lum nel capoluogo pugliese. Dunque, il docente potrà tornare in cattedra nella sua città natale, dove attualmente risiede, dopo la revoca degli arresti domiciliari e il divieto di dimora in Piemonte stabilito dai giudici.
Di Vella, che ha patteggiato un anno e undici mesi, tra il 2021 e il 2023 era stato accusato dalle sue allieve di molestie durante l’attività didattica.
LA REPLICA DELLA LUM: SOLO IDONEO
«C'è stata l’idoneità di prima fascia da parte della commissione. Prima di un’assunzione, però, ci sono altri passi. La persona ad oggi non è in servizio presso l'Università perchè ancora dovranno esprimersi gli organici accademici per la sua chiamata. Non è assunto dall’Università e questo ci tengo a precisarlo». Lo dichiara il rettore dell’Università Lum di Casamassima, Antonello Garzoni, in riferimento alla vicenda del docente universitario Giancarlo Di Vella che a cinque mesi dal patteggiamento per violenza sessuale e molestie nei confronti delle sue allieve della scuola di specializzazione di medicina legale dell’Università di Torino è risultato «idoneo» al concorso bandito dall’Ateneo privato pugliese in relazione ad un posto di prima fascia per medicina legale.
«A questo concorso - ricostruisce il rettore - ha partecipato un solo candidato» che «è stato valutato dalla commissione nominata da altri professori ordinari, tenendo conto del suo curriculum. In questa fase non si entra nel merito di atti giudiziari o di altri aspetti». «Ora il dipartimento - spiega - deve esprimersi entro 60 giorni dalla pubblicazione degli atti, come proposta di chiamata. Poi ci sarà un passaggio nel Senato accademico ed in Cda per l’eventuale presa di servizio. Quindi, in questo momento la persona non è nei ruoli dell’Università. C'è una commissione che ha dato idoneità».
Garzoni chiarisce che ci «sarà una valutazione anche tenuto conto del prestigio dell’Università e degli aspetti generali. Noi, tra l’altro, abbiamo un regolamento di disciplina molto ferreo ed un codice etico in cui determinate cose non sarebbero compatibili». «In questo momento non possiamo esprimerci su una persona che a tutti gli effetti non è un dipendente. Valuteremo complessivamente in relazione a questi aspetti. Ma ripeto si tratta solo - conclude il rettore - di un’idoneità assegnata da una commissione».