Sei anni di reclusione e 60mila euro di risarcimento danni all’ex moglie e alle due figlie: è la condanna inflitta dal Tribunale di Bari nei confronti di un 58enne barese accusato di aver offeso, minacciato, picchiato quasi quotidianamente la donna, anche davanti alle figlie minorenni. I primi episodi di maltrattamenti raccontati dalla moglie risalgono al 1998, gli ultimi a maggio 2023, quando lei ha finalmente trovato il coraggio di denunciare.
L’imputazione formulata dal pm Ignazio Abbadessa, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, riassume i 25 anni di presunte aggressioni fisiche e verbali. L’8 marzo 1998 avrebbe minacciato di morte la moglie, picchiandola con schiaffi e pugni, rincorrendola per casa e accoltellandola. «La offendeva e percuoteva quotidianamente» si legge negli atti, e al ritorno da ogni giornata lavorativa della donna la apostrofava con frasi come «cane vai alla tua cuccia, quello è il tuo posto», riferendosi all’auto parcheggiata fuori e impedendole di entrare in casa. «Attendevo che si addormentasse e le mie figlie mi aprivano la porta facendomi entrare» ha raccontato la donna. Davanti alle bambine, l’uomo avrebbe minacciato la moglie dicendole frasi come «ti devo far impazzire, devi andare al manicomio, ti devo uccidere, ti brucerò viva e brucerò la casa». A febbraio 2022 risalirebbe una violenta aggressione fisica nella quale, oltre schiaffi e pugni, il 58enne avrebbe storto il braccio della donna causandole la frattura della clavicola. Nei mesi successivi i pestaggi e le minacce di morte sarebbero stati quotidiani. Il 20 maggio 2023, dopo averla sorpresa alle spalle, l’avrebbe picchiata con schiaffi e pugni alla testa, cercando di colpirla con un paio di forbici e dandole calci, mentre la donna si nascondeva sotto il tavolo, riuscendo a sottrarsi alla violenza aggressione dopo essere fuggita da una finestra. In quella occasione l’uomo avrebbe mandato un messaggio a una delle due figlie, in cui scriveva: «mandatemi in galera, quando uscirò vi faccio a pezzettini, vi mangerò vivi, vi legherò e vi mangerò le parti interne, soffrirete, faccio una strage».
Nella lunga e dettagliata denuncia presentata dalla donna dopo l’ultima ennesima aggressione con minacce rivolte anche alle figlie, il c’è il racconto dei presunti maltrattamenti iniziati prima ancora del matrimonio. «Mi riempiva di botte ogni sera» ha riferito. Durante le indagini sono state sentite anche le figlie che hanno confermato le continue aggressioni. «Gli episodi di violenza si concentravano durante le feste. Abbiamo sempre vissuto in un clima di violenza - ha detto la ragazza agli investigatori - io ho un unico ricordo: le botte che mio padre dava a mia madre e che hanno segnato la mia crescita». La Procura, al termine del processo, aveva chiesto la condanna a 2 anni di reclusione per i presunti maltrattamenti sulla moglie. I giudici hanno riconosciuto anche la violenza assistita ai danni delle figlie, triplicando la pena. Le parti civili sono state assistite dagli avvocati Luca Bruno e Mauro Giangualano.