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Bari, tentò di rapire bimba a San Pasquale: un 35enne condannato a 4 anni

 
isabella maselli

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isabella maselli

Bari, tentò di rapire bimba a San Pasquale: un 35enne condannato a 4 anni

A gennaio provò a strappare la piccola alla madre in via Dei Mille. Si è difeso: volevo fare una rapina

Giovedì 03 Luglio 2025, 05:00

È stato condannato a 4 anni di reclusione il 35enne Giuseppe Lamanuzzi, accusato di aver tentato di rapire una bambina di 5 anni il 2 gennaio scorso, strattonando in via dei Mille la piccola che la mamma teneva per mano. La Procura di Bari aveva chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi ma il Tribunale di Bari ha inflitto una pena più alta. Ieri in aula, dopo la requisitoria e la discussione delle parti civili, la parola è passata alla difesa dell’imputato, che aveva chiesto ai giudici di riqualificare il reato in tentato furto con strappo, spiegando che l’obiettivo dell’uomo non era la bambina ma il borsellino che la madre impugnava. Stando alla tesi difensiva, i video dimostrano che il 35enne puntava al bottino e non ad afferrare la piccola.

Non era questa, però, la tesi degli inquirenti, condivisa dai giudici. Lamanuzzi qualche ora dopo l’episodio fu arrestato dai carabinieri con l’accusa di tentato sequestro di persona ed è per questo reato che ha incassato la condanna. Le indagini lampo dei militari, sulla base delle immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza, hanno accertato che l’uomo già cinque giorni prima, dopo aver seguito la madre con la bambina nei giardinetti di vico Capurso, a San Pasquale, si sarebbe nascosto dietro una siepe per masturbarsi, messo poi in fuga dalle urla della donna. Il pomeriggio del 2 gennaio, poi, poco dopo le 14, la stessa madre con la figlia e il loro cane, all’uscita da un negozio del quartiere, si sarebbe accorta della presenza del 35enne con il volto coperto da un cappuccio su una bicicletta rossa. Pedalava lentamente. Le stava seguendo. Non lo riconobbe subito ma per tutto il breve tragitto che separa vico Capurso da via Lattazio non fece altro che guardarsi alle spalle per tenerlo d’occhio. La sagoma di quello sconosciuto le ricordava stranamente qualcuno. Impaurita, entrò in un bar con la bambina e il cane. Ordinò un caffè e chiese al titolare di uscire per strada e controllare quell’uomo che si allontanava pedalando.

Dopo una decina di minuti, lo sconosciuto incappucciato e la sua bicicletta rossa sembravano spariti. La donna decise di tornare in strada, incamminandosi verso casa, quando vide l’uomo sulla bici rossa ricomparire e, al passaggio della famigliola, nascondersi dietro dei cassonetti della spazzatura, quasi all’incrocio con via dei Mille.

Lasciò cadere la bici. La sua mano sbucò improvvisamente da dietro uno dei cassoni. Afferrò per la manica sinistra del cappotto la bambina, cercò di tirarla a sé ma venne investito dalle urla della piccola terrorizzata e da quelle della madre. La paura diventò terrore e la madre si lanciò contro l’uomo che aveva afferrato la figlia per il cappotto. Lui mollò la presa, salì in sella alla bici e cercò di allontanarsi pedalando a tutta forza. Non fece molta strada.

Poco lontano in via dei Mille c’era una pattuglia di carabinieri di quartiere della Stazione Carrassi. I militari intuirono subito quello che stava accadendo, correndo in soccorso di madre e figlia. Poi raggiunsero l’uomo che lasciò cadere la bici e cominciò a correre, tentato di sottrarsi alla cattura nascondendosi sotto un cassonetto della spazzatura. I militari riuscirono a bloccarlo e ammanettarlo. Finì in carcere e ieri per lui è arrivata la condanna. Nel processo si sono costituiti parti civili i genitori della bambina, assistiti dagli avvocati Angelo Loizzi e Giuseppe Mari (Studio Fps), che il 35enne è stato condannato a risarcire per complessivi 7mila euro.

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