Una figlia contesa, una relazione finita con accuse incrociate, minacce e aggressioni durate anni e finite in Tribunale: c’è tutto questo dietro la vicenda che ha portato ora all’arresto di una coppia barese, lei 33 anni, lui 26, accusati di atti persecutori aggravati ai danni dell’ex di lei e, la sola donna, anche del danneggiamento del telefono dell’uomo e di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice per aver impedito al padre di vedere la figlia per venticinque volte da gennaio a luglio 2024. Su richiesta del pm Ignazio Francesco Abbadessa, la gip Antonella Cafagna ha disposto gli arresti domiciliari per entrambi, in due case diverse e con l’applicazione del braccialetto elettronico.
I comportamenti persecutori sarebbero iniziati nel 2023, dopo la separazione. La donna aveva denunciato il compagno di maltrattamenti, lui era stato sottoposto alla misura dell’allontanamento della casa familiare e la bambina, all’epoca di 3 anni, affidata ai servizi sociale con collocamento a casa della madre. Qualche mese dopo è stato prosciolto da tutte le accuse e davanti al giudice sono stati concordati gli incontri con la figlia. La prima delle quattro denunce contro la ex risale a luglio 2024: l’uomo lamentava non soltanto di avergli negato gli incontri con la bambina ma anche i comportamenti «vessatori e intimidatori», le continue «molestie, minacce e pedinamenti» da parte della donna e del nuovo compagno di lei, oltre a insulti e aggressioni fisiche, spesso alla presenza della bambina. A sostegno delle denunce dell’uomo ci sono anche le dichiarazioni dei familiari e delle assistenti sociali. Di qui la decisione dei giudici minorile, ad aprile scorso, di affidare la bambina al padre. A quel punto la donna avrebbe iniziato a tartassarlo di telefonate e messaggi «dal contenuto gravemente minaccioso». L’uomo, sintetizza il giudice, è stato «reiteratamente e persistentemente vittima di condotte moleste, assillanti, persecutorie e gravemente intimidatorie», con l’obiettivo di indurlo a rinunciare alla figlia...