La ex Banca Popolare di Bari non ha partecipato alle operazioni peritali da cui è partita l’indagine poi sfociata nelle accuse di falso in bilancio, ostacolo alla vigilanza. E dunque, proprio come accaduto per l’ex Ilva nel processo-bis di Potenza per disastro ambientale, chiede di essere estromessa dal ruolo di responsabile civile riconosciuto invece durante l’udienza preliminare. La prima udienza del processo di Bari, che si è aperto il 5 giugno davanti alla Seconda sezione (presidente Guida, giudici Moretti e Dimiccoli) ha messo nuovamente in dubbio la posizione delle 500 parti civili: se l’eccezione verrà accolta, infatti, gli ex azionisti non potranno chiedere (almeno in questa sede) i danni alla banca.
L’accusa ritiene che gli ex vertici della Popolare abbiano tratto in inganno i clienti, vendendo azioni della banca ma nascondendo 715 milioni di euro di crediti inesigibili: per questo sono ipotizzati i reati di di false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio, oltre che estorsione, maltrattamenti e lesioni nei confronti dell’ex dirigente Luca Sabetta. Tra gli imputati ci sono Marco e Gianluca Jacobini, ex presidente ed ex vicedirettore e condirettore generale di PoBari, con gli ex dirigenti e manager Giorgio Papa, Vincenzo De Bustis, Elia Circelli, Gregorio Monachino e Nicola Loperfido.
Gli avvocati degli Jacobini (Giorgio Antoci e Roberto Sisto), di Circelli (Beppe Modesti) e De Bustis (prof. Vito Mormando e Francesco Marzullo) hanno ribadito per varie ragioni al Tribunale la richiesta di escludere le 500 parti civili, già vagliata e respinta in udienza preliminare dal gup Giuseppe De Salvatore. La difesa di De Bustis in particolare si è opposta alla costituzione di parte civile rispetto all'accusa di ostacolo alle funzioni di vigilanza, rilevando che ad aprile 2023 la Prima sezione del Tribunale di Bari, in un altro processo nei confronti degli Jacobini, aveva riconosciuto la legittimazione a costituirsi solamente alla Consob.
Ma il tema centrale riguarda la posizione di Bdm Banca, chiamata come responsabile civile. La nuova Popolare (avvocato Massimiliano Iovino) ha depositato una memoria rilevando appunto la mancata partecipazione alle operazioni peritali. Anche in questo caso c’è un precedente, quello del 5 ottobre 2021 quando un’ordinanza della stessa Seconda sezione (nel giudizio immediato cautelare a carico degli Jacobini) aveva estromesso BdM per quegli stessi motivi. Il gup De Salvatore era però stato di diverso avviso.
Se dovesse essere accolta l’eccezione formulata da Bdm i risparmiatori non avranno nessuno su cui rivalersi almeno in sede penale. L’estromissione del responsabile civile è la stessa questione recentemente accolta dal gup di Potenza, Francesco Valente, nell’udienza preliminare del processo bis Ambiente svenduto. In questo caso a farsi escludere come responsabili civili erano state Ilva spa, Riva spa e Regione Puglia, rilevcando di non aver preso parte alle due perizie espletate nel 2011 e 2012 per ordine del Gip di Taranto sulle emissioni nocive dello stabilimento siderurgico e sul nesso causale con le patologie riscontrate nei residenti.
Il processo riprenderà il 7 luglio per consentire la replica delle parti civili rispetto alle eccezioni, poi toccherà al Tribunale esprimersi. Ma già si annuncia un dibattimento molto lungo con più di 100 testimoni. L’accusa (con le pm Luisiana Di Vittorio e Savina Toscani e il procuratore Roberto Rossi) ha chiesto di sentire 34 testi tra cui i consulenti, gli ufficiali di polizia giudiziaria, i funzionari Consob che hanno effettuato le ispezioni e altri ex manager della Popolare compreso Luigi Jacobini, l’altro figlio di Marco. L’indagine è partita oltre 10 anni fa: in base alle consulenze dei commercialisti Massimiliano Cassano ed Elbano De Nuccio la Popolare era tecnicamente fallita già dal 2018 con perdite per 1,1 miliardi.