Quando il 12 febbraio Giacomo Olivieri raccontò davanti al gup di Bari che alle primarie del 2019 per il sindaco di Bari aveva stretto un accordo con Michele Emiliano per «inquinare» il campo del centrodestra, il governatore aveva reagito in maniera durissima. «Querelerò Olivieri e tutti coloro che propaleranno come vere le sue calunnie». Per una volta è stato di parola, dato che Giacomo Olivieri è indagato per calunnia dalla Procura di Bari in un fascicolo condotto dal pm Lanfranco Marazia.
Il contesto va cercato nel processo Codice Interno, il blitz che a febbraio 2024 ha portato in carcere l’ex consigliere regionale con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso: per far eleggere la moglie al consiglio comunale di Bari, questa l’accusa della Dda di Bari, Olivieri avrebbre chiesto voti ai clan baresi. Dopo aver scelto il rito abbreviato, Olivieri (difeso dagli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta) ha scelto di andare al contrattacco raccontando a processo come andò quella campagna elettorale.
Un racconto lungo cinque ore, quello davanti al gup Giuseppe De Salvatore, in cui Olivieri ha parlato del progetto politico del 2019. Quando - ha detto Olivieri - «abbiamo avuto un candidato sindaco a me molto vicino per il tramite di Michele Emiliano. Io sono sempre stato un fedelissimo di Michele Emiliano». Furono le elezioni vinte (stravinte) da Antonio Decaro contro Pasquale Dirella, ex presidente del Consiglio comunale in quota Pd che vinse le primarie di centrodestra grazie al sostegno di Olivieri. E questo avvenne - secondo Olivieri - in virtù di un accordo con Emiliano. «Vengo chiamato - il suo racconto in Tribunale - da Michele Emiliano nella sede della Regione. “È assurdo - mi dice - che questa occasione noi non la sfruttiamo. Ho interesse che la Lega esca frantumata dalle votazioni del 2019 e che non ci sia un progetto Lega o un progetto centrodestra. L’ideale sarebbe far partecipare Pasquale Di Rella alle primarie del centrodestra, in modo tale che se le vince avrei Decaro come sindaco e dall’altro lato avrei Di Rella candidato”. «Dico a Emiliano: guarda che è complicato, perché alle primarie Di Rella sarà sostenuto da Olivieri contro la Lega. Emiliano mi risponde: di questo non ti preoccupare, l’importante è che le regole prevedano le primarie aperte».
La storia è nota: Dirella vinse le primarie contro Filippo Melchiorre di FdI e Fabio Romito della Lega. Poi, alle urne, venne asfaltato da Decaro e durante la legislatura rientrò nel centrosinistra, dove passarono anche la moglie di Olivieri e un’altra consigliera eletta nel centrodestra, Francesca Ferri, poi anche lei arrestata per voto di scambio.
La versione di Olivieri ha innescato settimane di polemiche. Emiliano reagì parlando di «bugie di un uomo disperato» e annunciando una denuncia poi effettivamente presentata con l’avvocato Mariano Fiore. «Non ho mai fatto accordi politici con Olivieri», è quanto scrive in sostanza il governatore uscente accusando l’ex consigliere regionale di calunnia: cioè di avergli attribuito un reato sapendolo innocente.
«Vedo che il centrodestra barese - disse Emiliano in quei giorni continua a servirsi delle bugie di un criminale reo confesso che loro stessi hanno reclutato nella loro coalizione, dando credito ad una storiella ridicola, quella della trappola elettorale che fu costruita, invece, da Sisto e Dattis come è a tutti noto. Nel 2019 il centrodestra era convinto di vincere grazie alla candidatura di Pasquale Di Rella, che veniva dal Pd, sostenuta da Olivieri e Canonico e ricordo ancora che quando mi incontravano per strada mi dicevano che per Decaro era finita».
Sarà ora la Procura di Bari a dover dipanare la matassa. Olivieri ha spiegato ai suoi avvocati di poter provare quanto sostiene a proposito dell’accordo: in un vecchio telefono avrebbe i messaggini scambiati con Emiliano nei giorni dell’organizzazione delle primarie.