Sabato 06 Settembre 2025 | 22:43

Gravina, piantumato un ulivo monumentale di oltre 3mila anni: una rinascita nella terra martoriata dalla Xylella

 
Marina Dimattia

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Marina Dimattia

Gravina, piantumato un ulivo monumentale di oltre 3mila anni: una rinascita nella terra martoriata dalla Xylella

Il Raguso Lab Experience sarà protagonista del futuro Museo degli Oli, originario dell'Aspromonte

Domenica 16 Marzo 2025, 09:30

GRAVINA IN PUGLIA - Promemoria per lo stupore. Oltre 3mila anni alle spalle, ma ancora avido di futuro; un’opera d’arte scolpita a mano da madre natura, messa a repentaglio dal clima freddo dell’Emilia-Romagna. Mosso anche dal richiamo delle sue radici, il “Patriarca” è tornato nel Sud Italia, trovando una nuova dimora a Gravina. È stato piantumato ieri negli spazi del futuro museo degli oli, il “Raguso Lab Experience”, un ulivo monumentale di oltre 3000 anni, simbolo di rinascita in una terra martoriata dalla xylella. Originario dell’Aspromonte calabrese, valutato come “scarsamente produttivo”, nel 2005 è stato trasferito in un vivaio in Emilia-Romagna, a Casalgrande, dove la storia del “Patriarca” poteva finire per sempre; grazie all’iniziativa dell’imprenditore Antonio Raguso, dopo l’attracco nel porto di Bari, il maestoso ulivo ha trovato la via di casa, per porre nuove radici in Puglia.

«Abbiamo preso in custodia un albero speciale - ha spiegato così la genesi dell’iniziativa l’imprenditore Antonio Raguso, promotore del progetto – Il rischio era quello di vederlo trasformato in una scultura, o peggio ancora in legna da ardere, ponendo fine a una storia millenaria. Qui sarà monitorato, ma soprattutto reso fruibile a tutti. Sarà, infatti, protagonista del futuro Museo degli Oli, che sta sorgendo qui accanto al nostro frantoio, al centro di un progetto pensato per raccontare la biodiversità. Il museo, improntato all’interattività e alla divulgazione della cultura dell’olio, - conclude - ospiterà tutte le 539 varietà di olive italiane e offrirà percorsi immersivi e coinvolgenti per adulti e bambini».

Ieri, insieme al “gigante”, a prendersi la scena sono stati anche gli studenti dell’istituto Agrario di Gravina che hanno interrato, vicino alle radici del “Patriarca”, una “capsula del tempo”, pronta a custodire, per 50 anni, un messaggio di speranza e numerose promesse per il futuro dell’ambiente. Tra mezzo secolo la capsula sarà recuperata: quali aspettative si saranno avverate? Come si sarà evoluto il legame tra l’uomo e la natura? Il cuore del Patriarca batterà ancora così velocemente? Appuntamento al 15 marzo 2075.

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