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Bari, «vento» playoff: vince la concretezza

 
Antonello raimondo

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Antonello raimondo

Bari, «vento» playoff: vince la concretezza

Il pressing fa la differenza nei primi 45’ e la rete decisiva nasce da un recupero «alto» di Maita

Domenica 23 Febbraio 2025, 13:31

Centoquattro giorni dopo l’ultima vittoria in trasferta, a Salerno. Il Bari torna da Mantova con tre punti di platino che fortificano le ambizioni playoff e ridanno slancio a un gruppo che sembrava aver perso un pizzico di brillantezza (dieci punti nelle ultime dieci partite, bottino abbastanza timido). La partita? Bruttina, a voler essere comprensivi. Tanti errori tecnici, pochissime occasioni vere, emozioni... neanche a parlarne. L’unica, dopo la rete decisiva segnata da Maggiore, uno dei «figli» del mercato di gennaio.

Longo se la gioca come all’andata. Il Mantova è costruito per il possesso palla, sempre e comunque. E allora, come accadde al «San Nicola», la strategia porta a un pressing abbastanza feroce, a tratti «altissimo». La squadra di Possanzini, quint’ultima in classifica, mostra subito affanni sparsi. Tanta confusione, poca «gamba», idee annebbiate. Per tutto il primo tempo s’è visto soprattutto il Bari, pur con la cronica difficoltà a esprimere effervescenza negli ultimi venti metri. Sul taccuino, solo una zampata di Obaretin sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il resto assomiglia alla fiera del vorrei ma non posso. Equilibrio, tanto. Sbocchi offensivi, praticamente zero.

Lo schieramento (3-5-1-1, con Bellomo dietro Bonfanti) favorisce densità e compattezza ma lì davanti, per «spaccare», servirebbe altro. La solita storiella «coperta» corta, con il risultato che poi diventa il reale spartiacque. Anche quando c’è da raccontare di una prestazione così così, in linea con quello che s’è visto negli ultimi due-tre mesi. L’episodio decisivo parla dell’atteggiamento giusto del Bari (pressing alto di Maita) e dei limiti di una costruzione dal basso che, con interpreti senza piedi sensibili, diventa quasi un azzardo. Quel pallone in verticale sul compagno con l’avversario incollato... è un insulto alla logica. Una forzatura bella e buona. Ma ormai va così, prendere o lasciare.

Il secondo tempo ha messo in mostra un Bari un tantino più scarico. La pressione si allenta e il palleggio mantovano sembra prendere ossigeno. Partita che sembra destinata a restare ancorata sullo 0-0. Poca qualità complessiva, manca un vero «padrone» del gioco. Il Mantova produce un paio di tentativi, ma nulla di realmente convincente. Poi Longo sceglie di giocarsela con due attaccanti: dentro Favilli e Lasagna per Bellomo e Bonfanti. Passano cinque minuti e arriva la scossa: bravo Maita in pressione alta, un tocco e palla a Maggiore che lascia il segno con un destro da mezzala di qualità.

Il Bari si abbassa, Mantova più elettrico. Radunovic para su Mensah, Wieser calcia alto da buona posizione. Nel complesso una discreta gestione del finale. Senza incantare, certo. Ma vincere, piaccia o meno, resta l’unica cosa che conta. Sempre.

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