BARI - Non si allenta la stretta sulla movida, anzi sulla «malamovida» nel quartiere Umbertino. Nel quarto weekend senza le restrizioni imposte dalle ordinanze comunali che hanno riguardato la zona dal 17 ottobre al 15 gennaio, stringenti controlli interforze hanno interessato le strade più frequentate dai giovani nei fine settimane.
L’attività è stata coordinata dalla Questura e fa seguito agli intensificati servizi di controllo del territorio ad «Alto impatto» concordati nel recente Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Sono state impiegate pattuglie della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia locale e i controlli sono stati espletati anche con l’ausilio di personale della Polizia scientifica, della Polizia amministrativa e con l’impiego di unità cinofile. Complessivamente 106 persone sono state sottoposte a controllo e, tra queste, 24 sono risultate gravate da precedenti di polizia. Ad un posto di blocco posizionato a ridosso delle zone della movida sono stati fermati 33 veicoli ed elevate 3 sanzioni per infrazioni al codice della strada. Infine sono state effettuate verifiche di carattere amministrativo in un centro di scommesse sportive e in un circolo ricreativo che sono risultati in regola con quanto previsto dalla normativa vigente.
L’intensificazione dei controlli nel quartiere che da mesi è all’attenzione di residenti, gestori delle attività, amministrazione comunale (che ha prima istituito la figura del «sindaco della notte» e poi messo a punto una ordinanza che per qualche tempo ha regolamentato orari, somministrazione di alcolici e musica) e forze dell’ordine (impegnate in attività antidroga e a garanzia della sicurezza) si è resa necessaria a causa delle numerose e continue segnalazioni di comportamenti molesti. Musica ad alto volume fino a notte fonda, risse e disordini davanti ai locali, alcol e sporcizia, ma soprattutto spaccio e aggressioni.
Qualche settimana fa si è consumata persino una battaglia legale, dinanzi al Tar - tuttora pendente - tra il Comune e i gestori di un bar, sulla sospensione della licenza perché tra gennaio e maggio 2024, in differenti fasce orarie di apertura, i carabinieri avevano «accertato che il pubblico esercizio è abitualmente frequentato da soggetti gravati da precedenti penali e di polizia di significativo allarme sociale», evidenziando anche «il ripetuto verificarsi di risse all’interno e all’esterno del medesimo esercizio, con conseguente disturbo della quiete pubblica e minaccia alla pubblica sicurezza». I giudici, però, avevano ritenuto che «i reiterati episodi di risse verificatisi nel bar non sono, di per sé, indicativi del fatto che quel locale sia un ritrovo di pregiudicati, quanto piuttosto del fatto che esso sia ubicato in una zona mal frequentata».
E sulla «zona mal frequentata» si sono concentrati gli interventi di chi è deputato a garantire la sicurezza di residenti, commercianti e clienti. Una questione che è diventata anche oggetto di un apposito tavolo tra Comune ed esercenti dell’Umbertino conclusosi con un «vademecum» che dovrebbe servire a disciplinare le criticità della movida: dalla presenza fissa di telecamere alla figura degli «Street Controllers» (operativi sette giorni su sette per operare a supporto delle forze dell’ordine).
A questo si aggiunge il faro acceso dagli organi investigativi sullo spaccio della (mala) movida, con la recente installazione di telecamere spia piazzate sui terrazzi dell’Umbertino, sui tetti di Bari Vecchia, sugli attici di Poggiofranco. Dall’alto, cioè, gli uomini dell’antidroga scrutano lo scorrere della dolce vita cercando di individuare tra pub, lounge bar, tea room e birrerie concentrati in pochi isolati, i pusher dei clan mimetizzati tra la meglio gioventù barese. Dai tetti e dagli attici partono le segnalazioni per gli uomini sulla strada che, messo nel mirino il giovani pusher, lo pedinano, lo osservano da vicino per scoprire dove e come si rifornisce.