BARI - La bancarotta della società Virgilio srl di Triggiano, di cui Alessandro Cataldo era amministratore di fatto, non sarebbe stata «di rilevante gravità» e così, a 17 anni dal fallimento, il reato contestato ai suoi ex gestori è prescritto.
Il Tribunale di Bari ha emesso sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Cataldo (fondatore del movimento politico «Sud al centro» e arrestato ad aprile per corruzione elettorale) e l’ex amministratore unico della Virgilio srl, Denis Cungeli, processati per bancarotta fraudolenta.
Nello specifico, Cataldo (che dopo il sequestro dei quattro punti venditi Conad gestiti da Virgilio fu nominato anche custode giudiziario) e Cungeli erano accusati di aver distratto dai magazzini della società merce per 2,3 milioni di euro, acquistata dalla Conad Adriatico srl (la grande azienda dei supermercati con punti vendita in tutta Italia) e non pagata. Ad accorgersi della mancanza della merce nei magazzini della Virgilio srl sarebbe stato proprio un funzionario di Conad durante un sopralluogo. I due erano accusati inoltre di aver tenuto i libri e le altre scritture contabili in modo «che non si potesse rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e il movimento degli affari». I fatti risalgono agli anni tra il 2007 e il 2008. Il Tribunale ha escluso l’aggravante dell’aver causato un danno di rilevante gravità e per questo ha dichiarato la prescrizione.
Per Cataldo però i guai giudiziari sono tutt’altro che finiti. Lui e altre 17 persone, tra cui la moglie Anita Maurodinoia (ex assessora regionale ai Trasporti), sono coinvolti nell’inchiesta della Procura di Bari su una presunta associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Secondo l’accusa avrebbero inquinato le amministrative di Grumo Appula e le elezioni Regionali del 2020 e Comunali di Triggiano dell’anno successivo.