BARI - Due pistole sono state ritrovate in un terreno nei pressi del pronto soccorso dell’ospedale San Paolo. La scoperta è stata fatta dagli operai al lavoro in un cantiere esterno al nosocomio mentre erano impegnati in uno scavo. Le armi sono state prese in carico dai carabinieri. Verranno esaminate dagli specialisti del Servizio investigazioni scientifiche.
Bari è una città sempre più a mano armata, un grande mercato nero di pistole, mitragliette e carabine, tra malavita organizzata, criminalità comune e una rete composta da trafficanti, piccoli venditori al dettaglio, prestatori d'opera e custodi.
Chi vuole una pistola, un mitra o un fucile deve solo rivolgersi alla persona giusta, dopo aver fatto girare la voce negli ambienti giusti. Pagamento cash e pronta consegna: nel grande «suk» delle armi clandestine, quelle che finiscono nelle scorte delle famiglie di camorra e nelle piccole polveriere gestite dalla criminalità comune, il giro d'affari è vorticoso.
Bari è la città delle «cupe», di piccoli e grandi arsenali disseminati nei quartieri ad alta concentrazione criminale. Pistole semiautomatiche, rivoltelle Smith & Wesson, revolver a tamburo, carabine da caccia, mitragliette Skorpion, Kalashnikov, persino qualche fucile con avancarica, doppiette per la caccia, vecchi archibugi, proiettili e bombe a mano. Procurarsi una «bocca di fuoco», delle cartucce e persino qualche vecchio ordigno è facile e neppure troppo costoso.
Le armi da guerra clandestine arrivano quasi esclusivamente dai Balcani attraverso il contrabbando. Poi c’è la pletora di pistole e fucili da caccia frutto dei bottini dei topi d’appartamento. Al mercato nero paghi tra i 1500 e i 2000 euro un bel mitra e fino a 700 euro per una semiautomatica «pulita». Se ha già sparato, il prezzo scende. Non esiste un «mercatino delle pulci» inteso come luogo fisico dove chi compra incontra chi vende per mostrare la merce e intavolare una trattativa.
Difficilmente la gestione degli arsenali sfugge al controllo diretto della malavita organizzata che compra dal mercato dell’Est sfruttando gli stessi canali della droga. La gestione dell’armamentario viene a volte affidato a «uomini fondina», custodi scelti tra soggetti incensurati.