BARI - L’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri avrebbe stretto tre patti con altrettanti clan baresi per garantire l’elezione della moglie al Consiglio comunale di Bari nel 2019, e avrebbe mostrato una «spregiudicatezza» che - secondo la Dda di Bari - merita di essere punita con 10 anni di carcere senza la concessione delle attenuanti generiche. È una delle 108 richieste di condanna che i pm Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino hanno avanzato ieri davanti al gup Giuseppe De Salvatore per il processo Codice Interno, in cui l’accusa ritiene di aver dimostrato l’esistenza di rapporti tra mafia e politica finalizzati a gestire voti, appalti e favori.
A poco meno di un anno dagli arresti del 12 febbraio 2024 la Procura ha dunque tirato le somme per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Le richieste vanno dai 20 anni per i presunti promotori dell’associazione a delinquere di stampo mafioso, tra cui spiccano i boss del quartiere Japigia, Savino Parisi (in carcere a Terni), Mino Fortunato (a Rebibbia), Eugenio («Il Nonno», in carcere a Torino) e Gianni Palermiti (a Livorno), oltre ad altri pezzi da ‘90 dei clan come Filippo Mineccia, Michele Parisi (fratello di, è ai domiciliari), Michele Calzolaio, Raffaele Addante, Francesco Triggiani e ancora per Tommy Parisi, il cantante neomelodico figlio di Savinuccio (in carcere ad Agrigento)...
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