BARI - Il Piccolo Bar di via Cognetti, nel cuore della movida del quartiere Umbertino, resterà aperto. Il Consiglio di Stato ha ribaltato ancora una volta il provvedimento di chiusura dell’attività per 15 giorni. I giudici di Palazzo Spada hanno sospeso l'efficacia esecutiva dell'ordinanza di sole 48 ore fa con la quale il Tar aveva rigettato l'istanza cautelare e, quindi, disposto la chiusura del locale.
Il ricorso, redatto in team dal professor Michele Dionigi con gli avvocati Michele Di Cillo e Vittorio Di Salvatore evidenziava «le criticità del provvedimento dei giudici amministrativi baresi, ponendo l’accento - spiegano i legali - sul rischio che la chiusura avrebbe potuto comportare anche per i dipendenti e i loro gli stipendi, oltre che per la reputazione del Piccolo Bar, destinatario di accuse immotivate».
Le censure sono state positivamente valutate dal Consiglio di Stato «considerato che, anche alla luce delle prospettate esigenze di tutela della continuità occupazionale, - si legge nel decreto monocratico firmato dal presidente della terza sezione Michele Corradino - può ritenersi prevalente l’interesse al mantenimento» della questione «integra fino alla decisione collegiale».
IL PROVVEDIMENTO DI CHIUSURA L’11 dicembre scorso la Questura aveva disposto la sospensione della licenza del locale per quindici giorni sulla base di diverse segnalazioni di spaccio e risse (all’esterno del locale) risalenti ai mesi precedenti. In particolare a giugno 2024 i carabinieri avevano segnalato che, nel corso di numerosi interventi fatti dai militari del nucleo radiomobile, tra gennaio e maggio 2024, in differenti fasce orarie di apertura, «è stato accertato che il pubblico esercizio è abitualmente frequentato da soggetti gravati da precedenti penali e di polizia di significativo allarme sociale», evidenziando anche «il ripetuto verificarsi di risse all’interno e all’esterno del medesimo esercizio, con conseguente disturbo della quiete pubblica e minaccia alla pubblica sicurezza».
LA BATTAGLIA DAVANTI AI GIUDICI Qualche giorno dopo il provvedimento della Questura, lo stesso Tar - con un decreto cautelare urgente - aveva bloccato la sospensione dell’attività, ritenendo che «i reiterati episodi di risse verificatisi nel bar non sono, di per sé, indicativi del fatto che quel locale sia un ritrovo di pregiudicati, quanto piuttosto del fatto che esso sia ubicato in una zona mal frequentata», consentendo così al locale di restare aperto e continuare a lavorare, almeno per tutto il periodo natalizio, e rinviando la decisione a dopo le feste.
Due giorni fa è arrivato il verdetto dello stesso Tar che aveva ribaltato la precedente decisione d’urgenza, optando per la chiusura, pur spiegando che la sospensione «non ha natura afflittiva e sanzionatoria, bensì cautelare e preventiva, in quanto essenzialmente finalizzata a evitare la consumazione di reati e turbative dell’ordine pubblico, senza implicazione soggettiva nei confronti del titolare dell’esercizio».
L’ordinanza è stata nuovamente impugnata e ora i giudici romani hanno dato ragione al locale, almeno per il momento, consentendo la riapertura del bar. L’udienza in camera di consiglio per la discussione è fissata per il 13 febbraio. Del merito, poi, si discuterà più in là.