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Culle per la vita, come funzionano e dove si trovano in Puglia gli spazi per accogliere i neonati

Culle per la vita, come funzionano e dove si trovano in Puglia gli spazi per accogliere i neonati

 
Redazione online

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Culle per le vite, come funzionano e dove si trovano in Puglia

Riscaldamento, sensori di movimento e un sistema che allerta i sanitari o chi di competenza. Allarme che, nel caso del neonato trovato morto a Bari, non è mai suonato

Giovedì 02 Gennaio 2025, 14:52

14:53

Sono almeno tre i neonati lasciati, negli ultimi anni, nella «culla della vita» di Bari, situata nella Parrocchia di San Giovanni Battista: il piccolo Luigi nel 2020, la piccola Maria Grazia nel 2023 e, a circa un anno di distanza, il maschietto trovato senza vita nella mattinata del 2 gennaio. In Puglia, altre due città ospitano l'apparecchiatura: Monopoli, nel Convento di San Francesco da Paola, allestita nel 2018 dopo il ritrovamento di una neonata abbandonata in spiaggia, e Taranto, nell'ospedale S.S. Annunziata. 

La culla per la vita è una struttura progettata per consentire ai genitori in difficoltà di lasciare i neonati in modo sicuro e totalmente anonimo. Posizionata in un luogo facilmente accessibile, è equipaggiata con vari dispositivi, come il riscaldamento, un sistema di chiusura sicura della botola, un controllo attivo h24 e una rete di soccorso medico, che ne facilitano l'uso e assicurano un intervento tempestivo per la protezione del neonato. Quando un bambino viene lasciato nella culla, grazie ai sensori di movimento scatta un allarme che allerta i sanitari o, nel caso della parrocchia di San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco, il cellulare di Don Antonio Ruccia. Allarme che, nel caso del neonato trovato morto, non è mai suonato.

La culla per la vita si ispira alla "ruota degli esposti", l'antico cilindro di legno nel vano di una finestra, posta sul fronte strada di un edificio. All'epoca bastava suonare un campanello, e la persona addetta faceva girare l’apertura e accoglieva il neonato. 

La legge, va ricordato, consente alla madre di non riconoscere il bambino anche al momento del parto, e di lasciarlo nell’ospedale in cui è nato (DPR 396/2000, art. 30, comma 2) affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”.

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