BARI - I 197 iconici lampioni del lungomare che adornano i tre chilometri di strada, dall’entrata del porto a Pane e Pomodoro, sono tra i simboli più noti di Bari, immortalati in cartoline, fotografie e dipinti d’autore. Al commendatore Francesco Corazza che li realizzò, ora la città ha deciso di dedicare una targa.
I lampioni, in ghisa nera, furono installati durante la costruzione del lungomare cittadino voluto da Araldo di Crollalanza. Quindi con i tufi provenienti dalla «cava del prete» fu creato il waterfront barese, che si andò pian piano a illuminare proprio grazie ai caratteristici candelabri. I lavori durarono dal 1929 sino alla metà degli anni 30 e originariamente previdero un uso più esteso delle lanterne che arrivavano addirittura fino all’entrata monumentale della Fiera del Levante. Ma i baresi potettero godere del nuovo lungomare solo per poco tempo: durante la seconda guerra mondiale l’industria bellica fece man bassa di tutto ciò che era composto di metallo per costruire armi; così i lampioni vennero smantellati e la strada costiera dovette rimanere priva sino al termine del conflitto mondiale.
Nel 1949 si decise, però, di avviare una sottoscrizione per raccogliere i fondi necessari al ripristino degli amati lampioni. Ne furono subito costruiti 21, ma ci passò una decina d’anni prima di veder completati gli altri 176. A partire dal 1962 i lampioni furono oggetto di un considerevole restyling: le lampade sferiche che li avevano caratterizzati fino ad allora vennero sostituite con quelle cilindriche odierne. A realizzarli fu l’azienda barese «Officina Fonderia F. Corazza», il cui marchio è impresso in rilievo sul basamento di ognuno di essi.
La notte di Capodanno del 1980 il lungomare fu devastato da una mareggiata e i blocchi in pietra spostati, compresi i lampioni, di parecchi metri. Alcuni lampioni andarono distrutti e, grazie alla stessa fonderia Corazza che conservava ancora il calco originale, poterono essere riprodotti.
Ieri mattina si è tenuta la cerimonia di scoprimento della targa, vicino la spiaggia di Pane e Pomodoro. Assieme a Elena Corazza, figlia di Francesco, e agli altri familiari, è intervenuto il sindaco Vito Leccese. «I lampioni monumentali del lungomare - ha detto il sindaco - sono un elemento identitario della nostra città. Sono ormai famosi in tutto il mondo. Essere riuscito a riprodurre, con una creatività tutta levantina, il candelabro tipico che illumina alcuni punti del Lungosénna, ha contribuito a far crescere il famoso adagio popolare che accomuna Bari a Parigi. E non è un caso che la Bari moderna sia nata con Gioacchino Murat».