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Bari, chi sono i 3.500 clienti spiati da Coviello: in due anni ha guardato anche i conti della Juve e del Sole 24 Ore

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Bari, Coviello ha spiato sei premier: ecco la lista degli accessi abusivi. I NOMI

L'indagine sul 52enne di Bitonto accusato di accesso abusivo a sistemi informatici: nell'elenco ci sono sette premier

Domenica 13 Ottobre 2024, 06:00

21:14

BARI - Vincenzo Coviello non ha alcun problema economico che possa giustificare, o comunque dare un senso, all’ipotesi secondo cui l’ex dipendente di Intesa Sanpaolo abbia venduto per soldi le informazioni apprese in oltre due anni di di interrogazioni compulsive ai sistemi della banca. Poche o tante che siano, sulle notizie apprese dal commercialista di Bitonto si stanno concentrando le attenzioni non solo della Procura di Bari, che procede per accesso abusivo ai sistemi informatici e procacciamento di notizie sulla sicurezza dello Stato, ma anche degli apparati di sicurezza interessati a capire - in gergo si dice: profilare - chi è, chi conosce, chi frequenta questo anonimo 52enne che per tanta gente, nella sua città, resta un perfetto sconosciuto.

Gli inquirenti vogliono capire se Coviello abbia avuto complici o mandanti, ricerca resa più complicata dalla fuga di notizie sull’inchiesta che potrebbe aver bruciato la possibilità di trovare almeno una parte delle tracce informatiche sui dispositivi sequestrati all’indagato. Ma certo una delle prime verifiche fatte dai carabinieri, su delega del procuratore Roberto Rossi e dell’aggiunto Giuseppe Maralfa, riguarda la consistenza patrimoniale dell’uomo. Coviello non ha debiti, ha un conto cointestato con la moglie che presenta buona disponibilità, possiede la casa dove abita. Aveva, fino all’8 agosto, un posto di lavoro di tutto rispetto come funzionario nella dipendenza di Bisceglie della filiale di Barletta di Intesa, dove si occupava di imprese. Un lavoro che ha perso dopo che le funzioni di sicurezza aziendale, a febbraio, hanno cominciato a sospettare di lui, tanto da essere costrette a comunicare a nove clienti l’esistenza di accessi abusivi ai loro dati finanziari.

Vincenzo Coviello bancario Bitonto

Fino ad allora la storia non aveva ancora preso la piega che ha preso dopo, quando sono venuti fuori i nomi dei politici e dei vip. Perché fino a inizio 2024 a Coviello era stato contestato solo l’accesso «fuori perimetro» (cioè oltre le sue competenze) a quegli otto nominativi, «oggetto di interrogazioni avvenute con più frequenza nell’arco della medesima giornata»: 331 accessi sull’imprenditore F.F., suo coetaneo, di cui poi ha riferito ai vertici della banca di non ricordare nulla, 302 su una coppia di coniugi (uno docente di scuola e l’altra operaia), 230 sul professore universitario di Medicina che lo ha denunciato ai carabinieri facendo partire l’indagine, 100 su un’altra professoressa di scuola superiore, 31 su una sua parente acquisita.

Sembrava finita lì, e infatti Intesa non aveva segnalato il caso alla magistratura: si è limitata, a luglio, a notificare il «data breach» all’Autorità garante della privacy. Invece il professore universitario bitontino (che ha il conto nella filiale della sua città: per questo il caso è partito da lì) a febbraio aveva denunciato l’accesso abusivo al suo conto facendo partire l’inchiesta. A quel punto la Procura di Bari ha chiesto a Intesa di trasmettere la documentazione relativa a quanto avvenuto, e ciò che è arrivato dall’audit della banca ha aperto un baratro. Perché Coviello non si è limitato, come finora è emerso, a guardare i conti delle sorelle Giorgia e Arianna Meloni, dei ministri Crosetto, Santanché e Fitto, oltre che Ignazio Larussa, altre persone vicine ai vertici dell’ attuale governo come l’ex compagno della premier, Andrea Giambruno, l’ex ministro Di Maio, diversi membri delle famiglie Berlusconi ed Elkann. Una circostanza già inaccettabile di per sé. Ma è emerso che i presidenti del Consiglio dei ministri su cui Coviello ha (almeno provato) a ottenere informazioni bancarie sono sette: oltre alla Meloni (che l’uomo ha però cercato prima della nomina alla guida dell’esecutivo) e a Silvio Berlusconi, nell’elenco fornito dalla banca alla Procura figurano anche Matteo Renzi (e la moglie), Enrico Letta, Massimo D’Alema, Mario Draghi e Giuliano Amato. Tutti accessi registrati in un range temporale tra il febbraio 2022 e l’ottobre 2023, quando - nuovamente richiamato - il dipendente ha sì smesso di guardare nei conti dei vip, ma non di cercare altra gente nei sistemi informatici della banca.

Un uomo, Coviello, anonimo ma di interessi variegati. La sua curiosità bancaria ha toccato ad esempio Fabio Briatore, Elisabetta Canalis, Bianca Guaccero, il campione salentino dei giochi tv Massimo Cannoletta, il divulgatore televisivo Alberto Angela. I cantanti Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Albano Carrisi, Zucchero, Piero Pelù. Tra i politici, Francesco Boccia e la moglie, la deputata pugliese Margherita Mastromauro. Tra i presidenti di Regione, oltre Michele Emiliano e Luca Zaia, anche Stefano Bonaccini (oggi deputato europeo come Antonio Decaro, pure lui in elenco). E ancora Flavia Franzoni, Alessandro Gassman, i conti del Sole 24 Ore, quelli della Juventus Fc e di Andrea Agnelli. Ha cercato Diego Armando Maradona (che era deceduto due anni prima) e i figli del campione, e parecchi giornalisti della tv e della carta stampata. E ancora: Vittorio Sgarbi e Denis Verdini, l’ex assessore regionale Massimo Ostillio, il vescovo di Bari Giuseppe Satriano, i vertici provinciali di Finanza e Carabinieri.
In tutto la ricognizione (che si basa sempre sui dati forniti da Intesa) parla di 77 personaggi pubblici e 73 colleghi di Intesa a fronte di 6.637 accessi sui nominativi di 3.572 clienti con conti in 679 filiali registrati tra novembre 2023 ad aprile 2024. Dopo il richiamo di ottobre 2023, Coviello si è fermato sui vip ma ha effettuato altri 347 accessi illeciti. Numeri che adesso la Procura deve riscontrare basandosi sui dati acquisiti durante le ispezioni di giovedì: non è detto, infatti, che non ci siano altri vip, o persone di interesse, non dichiarate come «persone politicamente esposte» e dunque soggette a particolari attenzioni.
Domani la Procura dovrebbe affidare la consulenza sui dispositivi sequestrati a Coviello. Servirà a estrarre da pc, tablet e cellulare tutti gli elementi che possano chiarire se l’uomo ha fatto parola con qualcuno di ciò che ha letto tra saldi, movimenti bancari e operazioni con le carte di credito. Lui, nel procedimento disciplinare, ha detto di aver fatto tutto da solo, «per curiosità», e di non aver dato niente a nessuno. Il fatto che alcune interrogazioni sui nomi dei vip coincidano con eventi pubblici che li riguardano sembrerebbe confermare questa tesi. Ma altre circostanze, su cui sembra invece aver mentito, inducono alla massima cautela.

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