BARI - Poco impattanti, ma fortemente indicative. A delimitare precisamente gli spazi esterni a prova di «tavolino selvaggio» e di furbetti. In un modo abbastanza semplice: delle strisce adesive di color grigio chiaro messe perfettamente sulla pavimentazione.
Da ieri mattina sono iniziate a Bari le operazioni di «perimetrazione» della movida con l’installazione della segnaletica orizzontale. Una squadra di operai, assistita da agenti della polizia locale, si è messa all’opera lungo la parte pedonale di corso Vittorio Emanuele, lì dove insistono diverse attività della ristorazione che, autorizzazioni alla mano, posizionano all’esterno gli arredi per la somministrazione di cibo e bevande, ampliando così i posti a sedere per la clientela. Si tratta della prima zona di una lunga lista di strade dove nelle prossime settimane saranno realizzati analoghi interventi, in particolare nel Murat, nell’Umbertino e a Bari vecchia.
«Nelle zone ad alta concentrazione di locali, stiamo effettuando questa ricognizione per ripristinare il decoro e per sostenere i tantissimi ristoratori che lavorano rispettando le regole», spiega l’assessore allo Sviluppo Economico Pietro Petruzzelli che anche ieri mattina ha assistito alle operazioni di installazione dopo aver incontrato nei giorni scorsi, assieme al sindaco della notte (il consigliere comunale Lorenzo Leonetti) i gestori dei locali di corso Vittorio Emanuele per spiegare e illustrare le finalità di questa iniziativa dell’amministrazione comunale.
Ad ogni perimetrazione assiste anche una pattuglia di agenti della polizia locale per il contradditorio con il singolo gestore. Le strisce, infatti, sono posizionate dopo la misurazione degli spazi esterni effettivamente concessi da ogni autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico. Tale operazione – stando almeno alle prime impressioni raccolte nei giorni scorsi tra i dehors di corso Vittorio Emanuele – piace ai ristoratori, soprattutto a coloro che vogliono lavorare nella piena correttezza. In altre zone, invece, iniziano a sollevarsi alcune critiche nei confronti del Comune visto che questo sistema di perimetrazione era comunque previsto da oltre 13 anni dal regolamento comunale sulle occupazioni di suolo pubblico, varato nel 2011, ma in più punti disatteso.
Basta, infatti, spulciare il testo e accorgersi dell’articolo 46 che al comma 6 recita testualmente: «Lo spazio concesso sarà delimitato da borchie, riportanti il logo del Comune di Bari e conformi al modello e materiale definito dalla Ripartizione Urbanistica ed edilizia privata, posizionate a cura e spese del titolare della concessione».
Ma in questi lunghissimi anni nulla di tutto questo è avvenuto. Anzi. Complice anche l’emergenza Covid, c’è stato un lungo periodo di tolleranza (anche legislativa) nei confronti dell’ampliamento delle occupazioni di suolo pubblico. Con il risultato che ancora oggi, a pandemia ormai conclusa, molte strade e piazze cittadine sono letteralmente invase da tavolini, sedie e ombrelloni, rendendo persino difficile il passaggio dei pedoni.