BARI - Sarà battaglia al Tar sull’autoparco di San Girolamo al quale nei giorni scorsi il Comune ha comunicato la «immediata cessazione dell’attività di rimessaggio veicoli all’aperto» per mancanza di autorizzazioni valide (senza tralasciare che la società che lo gestiva ha ricevuto nelle scorse settimane una interdittiva antimafia). La difesa dell’amministratore dell’autoparco «Doberman 2» ha impugnato l’ordinanza davanti ai giudici amministrativi, chiedendo la sospensione del provvedimento.
La cessazione dell’attività riguarda l’accertata assenza di autorizzazioni ma, all’esito delle verifiche, è venuto fuori anche che a fine agosto la società è stata destinataria di una interdittiva antimafia disposta dalla Prefettura. Il titolare della società aveva ottenuto l’autorizzazione a gestire il rimessaggio veicoli all’aperto nel quartiere sulla costa nord della città nel 1998. Per anni l’uomo ha gestito l’attività in qualità di legale rappresentante di una srl unipersonale (modificata poi nel 2020 in sas). Nel frattempo sulla ditta sono state avviate verifiche, tanto che il 22 agosto scorso la Prefettura ha adottato una informazione antimafia interdittiva nei confronti di soggetti (coinvolti in una indagine antimafia) appartenenti a diverse società, tra le quali l’autoparco di San Girolamo. Il giorno dopo, il 23 agosto, la Polizia locale ha effettuato una ispezione amministrativa accertando che la vecchia autorizzazione rilasciata nel 1998 non era più valida, dal momento che quella azienda era stata addirittura cancellata dal registro delle imprese della Camera di Commercio.
Secondo la difesa la vecchia Scia è valida, per il Comune no. Ma il ricorso contesta soprattutto il sospetto di infiltrazioni mafiose, evidenziando che tra l’amministratore dell’autoparco e il socio destinatario dell’interdittiva prefettizia non ci sarebbe alcun collegamento.