Domenica 07 Settembre 2025 | 15:15

Rifiutano per tre volte la denuncia di una donna contro l'ex marito: «Torni domani». Indagati due poliziotti di Corato

 
redazione inchieste

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Rifiutano per tre volte la denuncia di una donna contro l'ex marito: "Torni domani". Indagati due poliziotti di Corato

La Procura di Trani: non c'erano motivi validi per non accettare la querela. La legge ha previsto una corsia preferenziale per i fascicoli in materia di reati in famiglia: il pm deve ascoltare chi denuncia entro 3 giorni

Venerdì 23 Agosto 2024, 06:00

10:21

BARI - Ha tentato per almeno quattro volte di presentare una denuncia per maltrattamenti nei confronti dell’ex marito. Ma non ci è riuscita per via delle più classiche scuse da ufficio pubblico: «Ora sono impegnato», «Torni domani», «Vado oltre il mio orario di lavoro». Stavolta però a rispondere di questo (ancora presunto) disservizio della giustizia saranno i due poliziotti del commissariato di Corato che, secondo la Procura di Trani, non avrebbero fatto il proprio dovere e che per questo rischiano il processo.

Poco prima di Ferragosto il procuratore aggiunto Achille Bianchi ha fatto notificare un avviso di conclusione delle indagini a due poliziotti residenti in provincia di Bari con l’ipotesi di rifiuto di atti di ufficio. Gli episodi contestati risalirebbero all’agosto di un anno fa. La donna (che ha poi denunciato il caso) si sarebbe infatti presentata in commissariato a Corato il 14 agosto 2023 per depositare una querela nei confronti dell’ex marito, già colpito dal divieto di avvicinamento per precedenti atti persecutori. In quella circostanza un poliziotto non addetto all’ufficio (e rimasto non identificato) l’avrebbe invitata a tornare «dopo Ferragosto» in quanto in quel momento «era impegnato a raccogliere un’altra denuncia». La mattina del 16 agosto, dunque, il primo poliziotto finito nell’indagine avrebbe rifiutato di ricevere la denuncia perché «visto l’orario (11,45) non avrebbe potuto concludere il verbale di ratifica in ragione del fatto che gli uffici cessavano di prendere le denunzie alle 13», una circostanza quest’ultima che non è prevista da nessun regolamento e da nessuna disposizione interna del commissariato di Corato.

La donna è finalmente riuscita a presentare la querela il 17 agosto, ma la storia non è finita. Sei giorni dopo infatti si sarebbe nuovamente presentata in commissariato a Corato per depositare una integrazione relativa ad un altro episodio di presunti maltrattamenti. Stavolta a negare il compimento dell’atto sarebbe stato il secondo poliziotto indagati, utilizzando un’altra «scusa»: «Le riferiva che, trattandosi di una integrazione di denuncia, avrebbe dovuto provvedere lo stesso ufficiale di polizia giudiziaria che aveva raccolto la denuncia precedente».

Per i casi di maltrattamenti nei confronti delle donne, che ricadono nel cosiddetto Codice rosso, la legge prevede una serie di misure particolari a tutela delle vittime. Tra queste c’è la corsia preferenziale per le indagini: l’obbligo per il pubblico ministero di ascoltare la persona che ha denunciato entro tre giorni. Una disposizione che presuppone, appunto, la necessità di un’acquisizione rapida delle denunce da parte della polizia giudiziaria (la persona offesa ha 12 mesi di tempo). Nel caso finito nel mirino della Procura di Trani, invece, il rifiuto di ricevere l’atto avrebbe praticamente reso vana la procedura accelerata.

L’avviso di conclusione delle indagini è normalmente l’atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. I due indagati avranno ora la possibilità di chiedere di essere interrogati o presentare memorie per esporre la loro versione dei fatti. 

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