BARI - È il giorno della proclamazione del Consiglio comunale e della Giunta Leccese. E tra nomi e indiscrezioni sui futuri assessori una cosa è chiara: tra il sindaco Vito Leccese e «il già candidato sindaco Michele Laforgia» (come si firma nell'ultima missiva di ieri) volano già gli stracci. Dalla nomina degli assessori, all'ordinanza antidegrado, tra i due gli accordi latitano.
«Ho preso atto della decisione del sindaco di non dare corso agli accordi intervenuti prima del voto di ballottaggio – scrive Laforgia – a partire dalla condivisione sui primi atti di governo. La verità è che non è stata neppure avviata una trattativa, né si è mai discusso delle deleghe e dei criteri di formazione della squadra di governo. Tanto meno dei nomi, concordati altrove e con altri».
«L’auspicata unità, faticosamente raggiunta al secondo turno, è stata osteggiata da molti e, alla fine, messa da parte, evidentemente ritenendo che il cosiddetto “campo largo” si possa costituire ignorando la volontà degli elettori, di tutti gli elettori di centrosinistra. Lo ritengo un grave errore, ma ho ribadito al Sindaco che l’esclusione dalla Giunta non comporta il mio e il nostro automatico passaggio all’opposizione. Valuteremo la squadra di governo e le linee programmatiche quando saranno annunciate e non faremo mancare il nostro contributo critico alla realizzazione degli obiettivi che ci siamo prefissati in campagna elettorale».
Parole dure con anche una stoccata: «È anche evidente che si debba ritenere egualmente superata, salvo clamorose smentite, l’ipotesi, più volte avanzata dal sindaco, di farmi assumere la presidenza del prossimo Consiglio comunale, visto il contesto e il mancato gradimento, in qualche caso l’esplicito dissenso, manifestato dalle altre forze politiche. Ricordando che il Presidente viene eletto in Consiglio comunale, a scrutinio segreto».
Il riferimento è anche diretto al Pd che attraverso Marco Lacarra ha chiesto la nomina di cinque assessori, alle indiscrezioni che danno Ines Pierucci confermata assessore alle Culture e Turismo anche se non è stata eletta in Consiglio, al «campo largo» verso il M5S che potrebbe contare sulla nomina di Antonello Delle Fontane al Decentramento e Personale, alle voci che indicano le conferme di Vito Lacoppola e Carla Palone, senza dimenticare di concedere qualcosa ai decariani probabilmente nella persona di Lorenzo Leonetti o in alternativa a Giovanna Salemmi.
Se questo scenario fosse confermato saremmo già a dieci assessori, senza spazi per nomine legate a Laforgia a meno che non si possa invocare il miracolo della moltiplicazione degli assessorati.
Peccato che il numero degli assessori è fissato per legge (la 42/2010) che prevede come «il numero massimo degli assessori è determinato, per ciascun comune, in misura pari a un quarto del numero dei consiglieri del comune stesso, con arrotondamento all'unità superiore».
Oggi saranno proclamati i 36 consiglieri. Dividendo per 4 si arriva a 9. L’arrotondamento può portare a dieci, non di più. E purtroppo la matematica non è un'opinione neanche per chi siede nell’Aula Dalfino.