BARI - La città del sole. E no, non è una citazione filosofica per riprendere l'ideale di Tommaso Campanella. Bari è la città del sole come tante altre città del Sud, di quelle dove il sole picchia e se vai in giro a mezzogiorno specie d'estate solo strisciando lungo i muri puoi trovare qualche centimetro di ombra.
E' così da sempre. Quando ancora non si parlava di cambiamento climatico. Però, chissà perché, la città cresce infischiandosene amabilmente del problema sole. Le grandi città del nord sono caratterizzate da lunghissimi portici, noi no. E il sole diventa condanna.
«Non c'è verso – si lamentano alcuni residenti attorno alla chiesa di San Marcello – eppure ci speravamo. La riqualificazione dell'area attorno alla chiesa, il famoso Pirp di San Marcello, ci aveva fatto sognare che un po' di verde e ombra gli avremmo visti. Ma evidentemente ad ingegneri e architetti non insegnano che Bari soffre per il gran caldo e che creare spazi ombreggiati può solo far del bene a chi vive».
La battuta sarcastica è quasi d’obbligo e raffigura la pura realtà. I lavori sono quasi terminati. Si sta lastricando lo spiazzo tra via Fanelli e via Fortunato, tutto attorno alle costruzioni ribattezzate «l'alveare» da chi ci vive attorno. «E con quelle piastrelle stanno spianando anche il nostro sogno di uno slargo con qualche albero - sottolineano i residenti -. Invece cemento e basta. Nessuna aiuola o pozzetto dove mettere a dimora anche solo un filo d'erba. Con tutto questo bianco e riverbero, la luce in estate è accecante».
In una caldissima mattinata di agosto l'unica ombra è di un grande albero che chissà come sopravvive nel fazzoletto di terra di villa Giustiniani...